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Pasta a fuoco spento, lo chef boccia lo scienziato: “Viene gommosa”

La pasta è meglio cuocerla con il metodo tradizionale, oppure in modi innovativi come è stato proposto in questi giorni anche da eminenti scienziati? Il dibattito nasce a causa dell’aumento del prezzo del gas, provocato dalle tensioni politiche tra Occidente e Russia. Qualche giorno fa il fisico e premio Nobel Giorgio Parisi, già protagonista di una discussa campagna pubblicitaria in favore della vaccinazione anti Covid, ha proposto di provare a cucinare il piatto nazionale italiano a fuoco spento, cioè spegnendo il gas dopo l’ebollizione dell’acqua.

Scontro sulla pasta cotta a fuoco spento

Proposta che però non è piaciuta ad una fitta schiera di ‘tradizionalisti’ che hanno storto subito il naso. Tra loro c’è anche lo chef ed imprenditore Antonello Colonna che, intervistato dal quotidiano Repubblica, spiega perché a suo modo di vedere il metodo proposto da Parisi per cuocere la pasta sia da bocciare senza appello. Quanto meno nei ristoranti stellati, aggiunge Colonna sommando così polemiche a polemiche.

“Questa soluzione nei ristoranti di alto livello non può andare, perché se cotta così la pasta assume una texture gommosa. – così Colonna rispedisce al mittente la pasta cotta a fuoco spento di Parisi – Ricordo bene quando a casa dei miei genitori la bombola del gas si spegneva proprio mentre gli spaghetti erano in cottura. E quando accadeva erano guai, perché la consistenza del prodotto era ormai compromessa”.


Lo chef propone invece come metodo alternativo la cosiddetta cottura a freddo. “Si prende una pentola, per ogni etto di pasta si mette un litro d’acqua, poi si mette sul fuoco. – spiega Colonna – Man mano che l’acqua si scalda, con un mestolo si toglie. Probabilmente la risposta a questa crisi energetica, al caro bollette, è il ritorno al fuoco. E quindi brace, appunto, ma anche cotture in pentole come il paiolo”, conclude.

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