Vai al contenuto

Plastica biodegradabile: Bio-on, un futuro più sostenibile per tutti

In un mondo in cui cresce sempre di più la sensibilità per il problema dello smaltimento della plastica, Bio-On da la soluzione, con lo scopo di dare vita a prodotti e soluzioni completamente naturali, al 100% ottenuti da fonti rinnovabili o scarti della lavorazione agricola.

Bio-On, è una società di 65 dipendenti con sede a San Giorgio di Piano, vicino a Bologna. E’ nata nel 2007 e dieci giorni fa ha superato la fatidica soglia di 1 miliardo di euro di valore, traguardo di un’incredibile galoppata in Borsa: +100% dall’inizio dell’anno, +200% negli ultimi  12 mesi e +820% da quando è stata quotata a Piazza Affari, nell’ottobre 2014. Ha già raggiunto una capitalizzazione in Borsa che lascia perplessi. Chi è l’investitore disposto a comprare le azioni di una società  che vale 100 volte il fatturato? Allora le azioni vennero valutate 5,82 euro, oggi per comprare un titolo Bio-On bisogna pagarlo 58 euro. “In Borsa la nostra sigla sarà ‘ON’ a conferma del nostro ottimismo” sottolinea il co-fondatore e attuale presidente e Ceo Marco Astorri.  Bio-On rappresenta un grande segno di positività, conosciuto in tutto il mondo per “accendere” e migliorare la vita di tutti. Da oggi Bio-on contribuirà a costruire un futuro più sostenibile per tutti, negli oggetti in plastica di uso comune. 

bio-on-plastica-biodegradabile

Chi è Bio-On

Un progetto sviluppato da un gruppo di imprenditori con esperienze nel mondo dell’elettronica dal 2007, per la produzione dedicata a nuovi materiali ecologici e sostenibili al 100%. Agrorisorse e competenze imprenditoriali private per realizzare prodotti eco-compatibili all’avanguardia. Progettazione, brevetti, licensing e produzioni speciali di nuove tecnologie per la realizzazione di biopolimeri PHAs MINERV-PHA™ derivanti da fonti rinnovabili o materie di scarto agricole. Engineering evoluto di nuova concezione, con la concentrazione e commercializzazione delle competenze per le realizzazioni di progetti industriali world wide. Progettazione e realizzazione impianti per la produzione di MINERV-PHA™. Caratterizzazione dedicata “on demand” di PHAs per realizzare produzioni dedicate e condivise con il cliente.

Leggi anche: Allarme inquinamento: plastica tutta riciclabile entro il 2030

Cosa fa Bio-On

Bio-On fa bioplastiche totalmente biodegradabili realizzate attraverso la fermentazione batterica dei residui della barbabietola da zucchero e della canna da zucchero. Una tecnica di produzione certificata in Europa e in Usa e coperta da centinaia di brevetti. Al momento la sua attività sembra l’unica possibile alternativa a un mondo sommerso dalla plastica Bio-On è già uscita da tempo allo scoperto  e oggi è corteggiata dai giganti mondiali della cosmetica che vogliono le sue micro-perline biodegradabili per metterle nelle creme, negli scrub, nei dentifrici, in tutti quei prodotti dove prima c’erano le micro-bead da idrocarburi, oggi vietate negli Usa e fra un paio di anni saranno fuori legge anche in tutta Europa.

Kering, la multinazionale del lusso che controlla, fra gli altri, Gucci, ha siglato una partnership con Bio-On per studiare nuove plastiche da usare nel settore dell’occhialeria. Maire Tecnimont ha sottoscritto con Bio-On un patto di investimento per commercializzare un’innovativa soluzione per i fertilizzanti biodegradabili  che consente di non lasciare residui sul terreno. Kering, la multinazionale del lusso che controlla, fra gli altri, Gucci, ha siglato una partnership con Bio-On per studiare nuove plastiche da usare nel settore dell’occhialeria. Bio-On è la nuova tecnologia Minerv Biorecovery, brevettata in tutto il mondo, che si è dimostrata efficace nelle bonifiche ambientali e nel biorisanamento di inquinamento da idrocarburi in mare aperto e nei porti.

bio-on-plastica-biodegradabile

Leggi anche: Inquinamento bottiglie di plastica: l’innovazione delle aziende

Il target e il progetto

Il target di riferimento di Bio-on è operare direttamente nel mondo agro alimentare, nel settore del design e degli accessori, nel settore della cosmetica, nel settore farmaceutico fornendo a tutti la tecnologia necessaria per produrre o utilizzare PHAs polidrossialcanoati (plastica veramente biologica) con lo sviluppo delle relative caratterizzazioni.

Intellectual Property Company con sede basata a Bologna e la possibilità di concedere licenze in tutto il mondo. Dalla sede di progettazione al pool di aziende di engineering e laboratori impegnati nella continua progettazione, produzione e distribuzione del know-how Bio-on. La produzione di PHAs è limitata territorialmente attraverso contratti di licenza d’uso della tecnologia o partnership industriali dedicate a specifiche aree commerciali. 

 

Cos’è Minerv-PHA

Il prodotto di base di Bio-On si chiama Minerv-PHA(polidrossialcanoato) ed è poliestere realizzato con scarti di lavorazioni agricole, grazie alla fermentazione batterica dello zucchero: sono i batteri che producono il poliestere. Il materiale  viene utilizzato per realizzare prodotti mediante iniezione ed estrusione. Può sostituire tutti i tipi di plastica: polietilene, polipropilene, polistirolo, pvc, pet. Si degrada biologicamente al 100% lasciandolo pochi giorni in acque “vive” a temperatura ambiente, nei fiumi o nei mari. Per acque vive si intendono acque con presenza di batteri, funghi, alghe, che si cibano di queste plastiche, mentre un’acqua batteriologicamente pura non ha alcun effetto sul materiale.

Ecco perché le bottiglie di Pet di Bio-On possono contenere acqua minerale o altre bevande. Nel 2008 il progetto è stato certificato OK Biodegradable Water dall’ente certificatore internazionale Vinçotte, in Belgio, che ha attestato la completa biodegradabilità in acqua a temperatura ambiente. Bio-On ha chiuso il 2017 con ricavi più che raddoppiati a 11 milioni di euro da 5 milioni dell’anno prima, un Ebitda di 7 milioni (+710%) e un utile netto di 5 milioni. Astorri conferma l’obiettivo del 2018 di un fatturato a 50 milioni di euro, che salirà a 100 milioni nel 2019. Astorri e il suo socio co-fondatore, Guy Cicognani, hanno oggi il 63% della società. Kartell, il famoso gruppo del design, ha preso un 2% a suggellare un accordo per studiare insieme possibili sviluppi nell’elettronica organica.

Leggi anche: Our Ocean: milioni di euro e un progetto per salvare il mare dall’inquinamento da plastica