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Pnrr, l’Europa preoccupata dall’Italia teme la paralisi: “Non riesce a spendere”

La fiducia della Commissione europea nei confronti del governo italiano è finita. Secondo il quotidiano Repubblica, infatti, a pesare su questo giudizio sarebbero le dichiarazioni sempre più contraddittorie rilasciate da Roma sul Pnrr. Il premier Giorgia Meloni e i suoi ministri starebbero infatti spingendo per spendere meno soldi di quelli previsti dal Piano Nazionale di Riforme e Resilienza. Fatto che preoccupa Bruxelles perché si teme il fallimento totale di questa immensa operazione economico-finanziaria che potrebbe portare persino ad uno stop del processo di integrazione europea.
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Pnrr Commissione europea Meloni

Pnrr, Commissione europea preoccupata dal governo Meloni

“Ci stanno dicendo troppe volte che non riusciranno a spendere i soldi – questo il timore della Commissione europea guidata da Ursula von der Leyen – Qualsiasi revisione dei piani nazionali di ripresa e resilienza non dovrebbe abbassarne l’ambizione complessiva. Siamo consapevoli che il governo italiano voglia rivedere il Pnrr, ma non abbiamo ancora ricevuto una richiesta formale di modifica”. Insomma, a Bruxelles non si fidano affatto del governo di centrodestra italiano di Giorgia Meloni

Da quanto si apprende, inoltre, sarebbero due i temi principali riguardanti il Pnrr all’attenzione della presidente della Commissione europea. A preoccupare è innanzitutto la richiesta del governo Meloni di rinunciare a una quota dei cosiddetti ‘loans’, ossia i prestiti previsti dal NextGenerationEu, del valore di circa 120 miliardi. Scelta però che potrebbe rivelarsi molto rischiosa perché, molto probabilmente, i mercati e gli stessi alleati europei non la prenderebbero bene.  

La seconda questione che non fa dormire sonni tranquilli alla Commissione europea riguarda invece i tempi di revisione del Pnrr che non coincidono tra Roma e Bruxelles. L’intenzione del governo Meloni era di presentare il suo piano tra luglio e agosto. Ma dalla Commissione è arrivata la richiesta perentoria di chiudere tutto entro giugno. Insomma, l’Italia deve seguire la procedura stabilita dall’articolo 21 del Regolamento sul NextGenerationEu e può correggere il suo Pnrr. Ma senza revisioni al ribasso. “I soldi ve li abbiamo dati, ora tocca voi spenderli. Se non ci riuscite, la colpa è vostra. Non nostra”, avrebbero avvertito gli olandesi in occasione di una recente riunione del Coreper (il comitato degli ambasciatori permanenti).
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