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PNRR mancano 375 mila lavoratori: la soluzione? “Servono più immigrati”

La carenza di manodopera ormai convive con livelli ancora elevati di disoccupazione, eppure per realizzare i progetti del PNRR mancano all’appello 375 mila lavoratori qualificati da assumere da qui al 2026. A segnalarlo è Bankitalia, nel suo rapporto dedicato all’occupazione attivata dal Piano. La notizia è sicuramente positiva, visto significherà un aumento dell’occupazione nel nostro Paese, ma al tempo stesso cela un velo di negatività. Si perché trovare figure professionali così specializzate non è affatto semplice. In alcuni settori infatti potrebbe essere più difficile garantire livelli di competenze adeguati alla domanda generata dal PNRR. Questo è vero soprattutto in settori quali la ricerca e sviluppo e la produzione di computer, apparecchi elettrici e ottici, dove peraltro la variazione della domanda attivata dal PNRR nei prossimi sei anni sarebbe superiore alla variazione dell’occupazione registrata nel periodo 2014-19”.

PNRR: mancano i lavoratori
Secondo Bankitalia, gli investimenti del Pnrr produrranno una domanda aggiuntiva di 375mila occupati, di cui il 79% nel privato. Le maggiori opportunità arriveranno dalle costruzioni, che comprendono edilizia e ingegneria specializzata, dove nell’anno di picco (2025) si attende un’occupazione aggiuntiva di 95.600 unità, pari a circa il 10% del livello prepandemico del 2019. Crescite a due cifre si prevedono anche per la ricerca e sviluppo con 16.600 nuovi occupati concentrati nel 2024 (il 15,16% del livello pre pandemia) e nella produzione di computer, elettronica e ottica con 12.700 occupati nel 2025 (12,78%.del 2019). Tra i profili più richiesti ci sono quelli di operai, informatici, consulenti legali, esperti in ricerca e sviluppo.
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La soluzione di Bankitalia
Come fare dunque? Il report di Bankitalia indica due possibilità: “Investimenti significativi in politiche attive” e “flussi migratori consistenti”. Andando nel dettaglio, “politiche migratorie finalizzate all’attrazione di personale qualificato”, perché se per i 95 mila lavoratori in più (rispetto al 2019) che serviranno nelle costruzioni si potrà ovviare con seri e tempestivi interventi di formazione, per le qualifiche professionali più alte sarà più complicato trovare esperti dall’oggi al domani.
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Come ha riportato la Repubblica, ad una conclusione simile, per numeri e strategie, sono giunti anche la Fillea Cgil, gli edili del sindacato di Landini, con un report che sarà presentato domani al XX Congresso nazionale a Modena. “Noi calcoliamo un fabbisogno di 90 mila figure specialistiche nelle costruzioni per quest’anno e 150 mila da qui al 2026, ultimo anno del Pnrr”, ha detto il segretario generale Alessandro Genovesi. “Per i 70 mila operai e muratori basterà un corso di formazione rapido, ma per le altre figure non è così semplice. Un carpentiere ha bisogno di 6 mesi di formazione, un gruista di 8 mesi, un brillatore di un anno visto che maneggia dinamite”.


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