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Pnrr, lo sfogo di Matteo Salvini: “Datemi più soldi”

Il governo Meloni è nella bufera per le accuse di gravi ritardi nella messa in atto del piano per ricevere e spendere i soldi del Pnrr messi a disposizione dall’Unione europea. A trovarsi in particolar modo sotto pressione è il ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti guidato da Matteo Salvini. Intervistato da Il Messaggero, il leader della Lega rispedisce al mittente tutte le critiche e si dice sicuro di riuscire a spendere più soldi di quelli che gli sono stati assegnati.
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Pnrr Matteo Salvini Infrastrutture
Matteo Salvini

Pnrr, lo sfogo del ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini

“Del Pnrr spenderò fino all’ultimo euro, sempre che la Commissione europea abbia buon senso”, dichiara Matteo Salvini a Il Messaggero. Il ministro delle Infrastrutture illustra anche alcuni progetti che non sono contenuti nel Pnrr, come quello di investire “2 miliardi di euro nel settore idrico e 1,6 miliardi per la riqualificazione delle case popolari”. Insomma, il leader della Lega chiede senza peli sulla lingua: “Datemi i soldi in più”, rispetto ai 209 miliardi che il ministro Raffaele Fitto ha già spiegato che non riusciremo a spendere.

“Serve una regia nazionale” per i progetti del Pnrr, specifica ancora Matteo Salvini secondo il quale la riforma del Codice degli appalti pubblici, appena approvata dal governo Meloni, comporterà una “riduzione delle fasi di progettazione” e renderà anche più facile l’avvio delle opere e dei progetti che le amministrazioni locali “hanno già in pancia”. E non solo perché, secondo il ministro delle Infrastrutture, in questo modo verranno creati “più posti di lavoro” nel settore edile.

Poi, il ministro delle Infrastrutture replica alle critiche dell’Anac sulla scarsa trasparenza delle gare d’appalto e su eventuali affidi “al cugino o a chi mi ha votato”. Secondo il leader della Lega, “il presidente di Anac Giuseppe Busia dimostra cattivo gusto. Dimostra di non aver compreso il testo”. Infatti, polemizza, l’affidamento diretto sotto la soglia dei 150mila euro “era già nel codice precedente del 2020 e nella bozza del Consiglio di Stato. Dice che il Consiglio favorisce la corruttela? Non vorrei che l’Anac si fosse offesa perché non sono più cabina di regia, ma svolgono funzione di controllo. La disciplina del subappalto risponde alla normativa Ue. L’abbiamo solo applicata”, conclude.
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