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Pratiche ferme per oltre due anni: milioni di fondi europei per le imprese agricole italiane tornano indietro

In Italia la burocrazia non risparmia neanche l’agricoltura, nonostante il settore sia in grande ascesa grazie alla scelta di migliaia di giovani che hanno investito in imprese agricole. Sono 56mila gli under 35 titolari di aziende agricole, il +12% rispetto a cinque anni fa, ma spesso e volentieri il loro impegno e i loro progetti si infrangono sul muro della burocrazia. Perché? Si sa, le pratiche… E quindi ecco che il 50% di loro non riesce ad accedere ai fondi europei a causa di procedure complesse e iter di programmazione sbagliati attuati dalle Regioni, e miliardi di euro destinati alle aziende agricole italiane tornano indietro senza essere spesi.

I finanziamenti del PSR 2014-2020 (Piano di sviluppo rurale) sono un miraggio, come denuncia Coldiretti: la metà delle pratiche non è stata ammessa, ma solo il 55% delle aziende agricole italiane finanziate ha ricevuto materialmente i fondi europei per l’agricoltura. Col risultato di un’esposizione finanziaria pericolosa, quantificata da Coldiretti in perdite potenziali per mezzo miliardo l’anno.

L’indagine effettuata dall’associazione degli agricoltori mostra come le imprese non finanziate siano per lo più nel Sud Italia, e come tutto ciò sia imputabile ad una burocrazia lenta e macchinosa che per evadere le pratiche impiega anche oltre due anni. Tesi, questa, confermata anche da un’indagine della Sezione di controllo degli Affari comunitari e internazionali della Corte dei Conti, secondo cui la burocrazia in Italia sottrae fino a 100 giorni all’anno al lavoro in azienda.

“Siamo di fronte a un vero spread per la competitività delle imprese italiane in Europa – sottolinea sul Sole24Ore il presidente della Coldiretti Ettore Prandini – che va recuperato con la semplificazione e la sussidiarietà. Lo snellimento delle procedure con la semplificazione, il dialogo tra le amministrazioni e l’informatizzazione è il miglior investimento che può fare il Paese per sostenere la crescita”.

 

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