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Privacy: perché lasciamo molti dati personali nelle schede di memoria usate

I dati personali sono le informazioni che identificano o rendono identificabile, direttamente o indirettamente, una persona fisica e che possono fornire informazioni sulle sue caratteristiche, le sue abitudini, il suo stile di vita, le sue relazioni personali, il suo stato di salute, la sua situazione economica, ecc.. E’ possibile quindi gestire i propri dati quando si tratta di schede di memoria? Proteggerli non è mica tanto semplice anzi molti utenti sembrano non fare attenzione a questo particolare. Scopriamo il perché.

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Perché lasciamo molti dati personali sulle schede di memoria?

Secondo una ricerca condotta dal team di cybersecurity dell’Università di Hertfordshire sul pubblico britannico, per un periodo di quattro mesi, la squadra ha acquistato un centinaio di schede di memoria Sd e microSd usate su eBay, aste tradizionali, negozi di seconda mano e altri fornitori provenienti nella maggior parte dei casi da smartphone, tablet rivenduti, fotocamere di seconda mano, navigatori satellitari e droni. Ebbene: due terzi delle schede di memoria di seconda mano conservavano ancora i dati personali dei loro ex proprietari.

La semplice cancellazione dei file o la formattazione dell´hard disk, infatti, non sempre realizzano una vera cancellazione delle informazioni registrate, che rimangono spesso fisicamente presenti e tecnicamente recuperabili. Per prevenire l´acquisizione indebita di dati è necessario operare in diversi modi e tempi a seconda delle circostanze. Quando si vende una scheda di memoria la prima regola è non accontentarsi della formattazione veloce, ma assicurarsi che si tratti di quella completa. La prima infatti, “spesso non sovrascrive i dati cancellati con zeri” spiega a Forbes Paul Bischoff, esperto di privacy per Comparitech, azienda che ha commissionato la ricerca. In alternativa, suggerisce, meglio affidarsi ad applicazioni apposite come Secure Eraser o Shreddit, in caso si assenza di adattatore per computer. Infatti una ricerca di Avast aveva dimostrato come un ripristino veloce dello smartphone non fosse sufficiente a cancellarne i dati in maniera incontrovertibile. Un wipe della memoria non cancella fisicamente le informazioni, ma taglia solo il collegamento tra il dato ancora presente e la sua rappresentazione nel sistema operativo.

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I dati della ricerca

I dati trovati dalla squadra di ricerca dell’università britannica grazie all’utilizzo di software disponibili gratuitamente, sono impressionanti. Hanno trovato dati più che sensibili, dalle scansioni di passaporti alle foto intime, passando per materiale pornografico, elenchi di contatti e numeri di tessere sanitarie. Delle 100 carte prese in considerazione, il 36% non era stato completamente cancellato, il 29% formattato nel tentativo di cancellare, ma i dati erano recuperabili.  Il 2% aveva cancellato i propri dati, ma anch’essi erano recuperabili. La percentuale di utenti che avevano davvero cancellato i dati con scovrascrizione dell’intera area di memoria e quindi impossibilità di accedere alle vecchie informazioni era del 25%. Nel campione c’erano anche un 4% di dati irrecuperabili perché danneggiati e un altro 4% di assenza di dati in generale.

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