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Bassetti attacca Crisanti: “Non sa differenza tra metatarso e tampone”

Prosegue il durissimo scontro a distanza tra Matteo Bassetti e Andrea Crisanti sul metodo con cui diffondere il bollettino quotidiano dei contagi da coronavirus. Il direttore della clinica di Malattie infettive dell’ospedale San Martino di Genova propone di modificarlo, distinguendo in pratica tra malati asintomatici e chi invece si presenta in ospedale con una polmonite da Covid o altri sintomi. Il microbiologo dell’Università di Padova replica duro: “Penso che queste dichiarazioni siano da analfabeti di epidemiologia”. E Bassetti si infuria durante Zona bianca.

Scontro tra Crisanti e Bassetti

Già qualche giorno fa, Matteo Bassetti aveva risposto alle accuse del collega. “Spiace che chi mi critica parli di come curare la gente, ma non sappia la differenza tra un metatarso e un tampone e che l’ultima volta (se lo ha mai fatto) che ha visitato un paziente è stato forse nel secolo scorso”, aveva affondato il colpo il medico genovese.

“Cosa le devo dire. La risposta è che con uno che non sa la differenza che c’è tra un metatarso e un tampone io non parlo di medicina sinceramente. – ribadisce Bassetti ospite di Giuseppe Brindisi a Zona bianca su Rete 4 – Ho sentito che ha disquisito anche di mortalità. Credo che nella sua vita non abbia mai compilato un modulo Istat di mortalità. Per cui Crisanti come fa a parlare di mortalità dei pazienti? Il problema è di porsi a un livello uguale. Crisanti a il microbiologo, quindi giustamente lavora in un laboratorio. Si è messo a disquisire di un dato”.

“Io ho detto che secondo me sarebbe meglio cambiare il rapporto quotidiano. – si sfoga Bassetti – Ovvero, in questo rapporto sarebbe più corretto che ci fosse chi è contagiato sintomatico, chi è asintomatico. E, soprattutto, di quelli che sono in ospedale quanti hanno la polmonite da Covid e quanti invece sono asintomatici? Dopodiché, se non lo si vuole cambiare perché il ministro lo preferisce così, non c’è problema. Ieri abbiamo fatto un esercizio molto grave per il nostro Paese. Perché abbiamo dato un conto di morti giornaliero che non era del giorno prima, perché la Regione Sicilia aveva aggiunto 72 decessi avvenuti settimane prima”, conclude.

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