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Pubblicità criptovalute, anche la piattaforma MailChimp ufficializza il blocco

Anche MailChimp, piattaforma dedicata all’email marketing, ha deciso di vietare le pubblicità di criptovalute e di attività connesse, proprio come hanno già fatto colossi del digitale come Facebook, Twitter e Google Curbs.

Attraverso un comunicato stampa ufficiale l’azienda ha dichiarato: “Non possiamo permettere alle imprese coinvolte in alcun aspetto la vendita, la transazione, lo scambio, lo stoccaggio, il marketing o la produzione di criptovalute, valute virtuali e qualsiasi risorsa digitale correlata a un’offerta di moneta iniziale, per utilizzare MailChimp per facilitare o supportare qualsiasi di queste attività”.

Da qualche tempo l’universo delle criptovalute crea caos e timori, esplicitati soprattutto da divieti che ne impediscono una promozione allargata e la pubblicità tramite media e piattaforme digitali. Il fine è quello di garantire una migliore esperienza pubblicitaria sul web, per questo motivo gli annunci di investimento nelle monete digitali rappresentano una opzione negativa ai danni dei potenziali consumatori.

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Cos’è Mailchimp e come funziona

Mailchimp è una piattaforma online che opera nel settore della creazione e della gestione di campagne di email marketing. Attraverso liste di distribuzione organizza gli iscritti alle mailing-list, garantendo sicurezza e privacy secondo quanto previsto dalle leggi internazionali antispam.

Il divieto di pubblicizzare attività di mining e promozione delle criptovalute sta però causando notevoli problemi collaterali. Se la promessa delle criptovalute e più in generale della tecnologia blockchain, è la decentralizzazione, nella pratica le società di monete virtuali si affidano a numerosi strumenti centralizzati come le discussioni all’interno delle community di Twitter o del più popolare americano Reddit. Perché le società si affidano a piattaforme social? In primo luogo per rendere più facile l’accessibilità.

Reclami da parte della community di criptovalute

Puntuali sono arrivati anche reclami e proteste da parte della comunità di chi al contrario promuove e sostiene le criptovalute. Mailchimp ha dunque corretto il tiro, dichiarando che: “Le informazioni relative alla criptovaluta non sono necessariamente proibite e possono essere inviate finché il mittente non è coinvolto nella produzione, vendita, scambio, archiviazione o commercializzazione di criptovalute. La promozione e lo scambio di criptovalute è troppo spesso associato a truffe, frodi, phishing e pratiche commerciali potenzialmente fuorvianti in questo momento. Abbiamo preso questa decisione per aggiornare la nostra politica di utilizzo accettabile al fine di proteggere i milioni di aziende che utilizzano MailChimp per il loro marketing”.

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bitcoinMailchimp e il suo successo derivano dal fatto che le e-mail non vengano tenute fuori dalle caselle di posta in arrivo dai filtri antispam. Per questo fa parte della sua politica il divieto anche con altri tipi di aziende considerate a rischio di spam, come prodotti farmaceutici, gioco d’azzardo e al marketing di affiliazione.

Purtroppo in questo campo esistono lacune non solo a livello politico, ma anche a livello social.

E un piccolo calo della consegna globale delle email potrebbe essere devastante per gli altri clienti di MailChimp, perchè dipendono dal canale di marketing per le proprie entrate.

D’altra parte, la decisione di MailChimp convalida l’intera proposta di valore di decentralizzazione che guida le criptovalute. Certo, ci sono altre piattaforme di newsletter via email, ma il principio rimane che qualsiasi cosa si costruisca su una piattaforma centralizzata, come quella di un modello di email personalizzate o attraverso flussi di automazione, può essere completamente cambiata. 

Il danno collaterale? Molte persone hanno espresso rabbia nei confronti di Bitcoin & co., in quanto il valore sta scendendo rapidamente proprio a causa di questi divieti di pubblicità.