Un accenno di pace dopo una vera e propria tempesta. Quella che ha separato Conte e Salvini in queste ore, con il premier pronto allo scontro e arrivato a mettere addirittura in discussione la tenuta del governo nei prossimi mesi. Adozioni, nomine Rai, gli avvisi a Giovanni Tria, le stime di Confindustria. Tantissimi terreni di scontro, una crisi che si è acuita ora dopo ora. A provare a smorzarla è stato il leader della Lega, che ha parlato di “cassate”, con la “s”.
La ferita, però, sembra esserci, e anche molto esposta. Salvini e Conte, alla fine, hanno cercato di far passare un messaggio di riappacificazione: “Al di là delle chiacchiere che posso fare con il presidente Conte davanti a un buon bicchiere di rosso, il governo va avanti, figurarsi se mollo” ha detto il Capitano, che con il premier ha avuto un faccia a faccia acceso in Toscana.
Un passo indietro, acqua buttata sul fuoco. Cercando di trovare un nemico comune su cui scaricare le colpe: Confindustria “Ci desse una mano, facesse delle proposte. Sui giornali ci attacca e poi chiede incontri. Io parlo tutti i giorni con piccoli imprenditori, artigiani, commercianti. Forse i grandi industriali erano abituati troppo bene dalla sinistra: qualunque cosa chiedevano gli veniva concessa. Ma Italia è fatta dai piccoli imprenditori, artigiani, commercianti. Non solo da grandi banche e imprese”.Salvini cita la Meloni. O viceversa. La clamorosa gaffe dei due a Verona