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Recovery Fund, Meloni difende (quasi) Conte, Salvini azzanna. Destra sempre più spaccata

L’accordo raggiunto e firmato da Conte per il Recovery Fund alimenta la spaccatura all’interno del centrodestra. Si attendevano le dichiarazioni di Giorgia Meloni dopo l’apertura di ieri. La leader di Fratelli d’Italia aveva infatti manifestato responsabilità, affermando che sarebbe stata pronta a sostenere il premier nella difesa della dignità dell’Italia. E così, poche ore dopo la conferma della notizia sulla firma dell’accordo, è proprio lei a commentare: “Conte si è battuto, ma poteva andare meglio”. Di tutt’altro avviso, invece, Matteo Salvini, per il quale è in arrivo “una grossa fregatura”. Chiaro che le due posizioni rispecchiano anche la lotta intestina per la conquista della leadership all’interno della coalizione.

Il giudizio delle due principali forze di opposizione sul Recovery Fund è sostanzialmente negativo, ma la leader di Fratelli d’Italia concede al presidente del Consiglio almeno l’onore delle armi. “Abbiamo votato a Bruxelles per il debito comune, che ha reso possibile il Recovery Fund – spiega Meloni —. Abbiamo tifato per l’Italia in ogni momento. Con la coscienza a posto ora, a negoziato concluso, voglio dire che Conte è uscito in piedi ma poteva e doveva andare meglio. È stato sbagliato dare per acquisiti i 500 miliardi di sussidi proposti da Merkel e Macron e poi aprire a un taglio in cambio di zero condizionalità. È tornato a casa con meno sussidi e più condizionalità. Gli riconosciamo di essersi battuto per contrastare le pretese egoistiche dei Paesi nordici ma il risultato finale purtroppo non è quello che speravamo”.

La presidente di Fratelli d’Italia, come sottolinea il Corriere, va dritta al punto: “Quello che ci preoccupa di più è che non solo queste risorse arriveranno a primavera 2021 inoltrata ma che per spenderle dovremo comunque passare dalle forche caudine dei Rutte di turno: non si chiama ‘diritto di veto’ ma il ‘super freno di emergenza’ funzionerà allo stesso modo. Si rischia un inaccettabile commissariamento delle scelte di politica economica di una Nazione sovrana. Difenderemo la nostra sovranità strenuamente e ci auguriamo che da questo momento in poi il governo voglia fare lo stesso”.

Per Matteo Salvini, invece, si è di fronte ad una resa incondizionata: “Stiamo parlando di soldi prestati che arriveranno se va bene fra un anno, solo e soltanto se l’Italia farà le riforme in pensioni, lavoro, giustizia, sanità e istruzione richieste dall’UE. Tradotto: ti presto dei soldi se torni alla legge Fornero e se metti una patrimoniale. Noi vigileremo perché così non sia. È una resa mani e piedi senza condizioni”. Poi Salvini svela che il premier Conte ha già invitato il centrodestra a Palazzo Chigi dopo Bruxelles: “Da Conte ci andremo insieme, difendendo gli interessi degli italiani”.

 

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