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Reggio Emilia, le strane accuse (poi cadute) al sindaco Pd

C’è un’inchiesta, quella andata in scena a Reggio Emilia e che ha alzato il sipario sugli orribili abusi subiti da parte di alcuni bambini strappati alle rispettive famiglie con l’inganno e sottoposti a vere e proprie torture, che ha suscitato l’ovvio sdegno degli italiani. Un’indagine che ha visto coinvolte una ventina di persone, tra le quali il sindaco di Bibbiano. E sulla quale soltanto ora, dopo tante indiscrezioni, i magistrati stanno facendo piena chiarezza. Un processo che però, a tratti, fa storcere il naso.

Una delle prime notizie che erano state diffuse, per esempio, era quella del ricorso a scariche elettriche nei confronti dei minori, che venivano strappati a famiglie in difficoltà per poi essere affidati ad amici e conoscenti. I medici hanno usato una macchinetta a impulsi elettromagnetici che si chiama Neurotek che, spiega il procuratore Mescolini, “non provoca elettroshock”. Degli effetti dello strumento, vietato dalla nostra giurisdizione, sui giovani pazienti non c’è ancora certezza. E però leggere di “ridimensionamento” della vicenda pare quanto meno di cattivo gusto, visto che le tinte restano decisamente horror.Misteri di ben altra natura riguardano invece il ruolo del sindaco di Bibbiano, Pd. Ridimensionate le accuse nei suoi confronti: “Risponde solo di abuso d’ufficio e falso. Gli viene contestato di aver violato le norme sull’affidamento dei locali dove si svolgevano le sedute terapeutiche, ma non è coinvolti nei crimini contro i minori “. E meno male, viene da aggiungere. Scatta, però, automaticamente una seconda domanda: perché allora tanto clamore intorno al suo coinvolgimento?Attraverso i social, in tanti hanno avanzato il dubbio che fosse stato infilato dentro in fretta e furia, con tanto di arresto, per dare un connotato politico che rendesse ben più “di peso” la vicenda. Non a caso, molti politici di destra (tra i quali il vicepremier Salvini) hanno subito puntato il dito sul caso, ricorrendo a espressioni come “sistema Pd” e via dicendo. Tutto falso, a quanto pare. Tutto però già dato in pasto ai giornali.

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