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Renzi raccoglie 30mila firme contro Salvini e il PD gli dice di fermarsi

A guardare le dinamiche interne al PD c’è da prendere appunti per una sitcom che farebbe grande successo. L’ultimo episodio andato in onda (si fa per dire) è tragicomico, come tutte le cose che riguardano il nuovo Partito Democratico. Per ricapitolare brevemente: Renzi propone una mozione di sfiducia contro Salvini il giorno in cui Conte riferisce in aula: è una buona occasione; la direzione del Partito, però, gli dice di non presentarla; e così fa. Allora chiede di poter parlare in Senato a nome del PD; e la direzione glielo impedisce. Poi…

Poi succede che, con la dovuta calma, il PD si sveglia e decide di presentare una mozione contro Salvini, ma ormai è tardi, e quindi viene calendarizzata per il 12 settembre. Renzi dice: meglio tardi che mai, ma forse era meglio farla quando l’avevo proposta io… A quel punto, però, sposa l’iniziativa e si mette a raccogliere le firme: 30mila in due giorni. Ma sono troppe, la direzione “rosica” e gli dice che deve bloccare la raccolta.

“Continuano ad attaccare il Matteo sbagliato. Ma io non voglio polemica. Ecco perché stoppiamo la raccolta firme”. Finisce così, dunque, con un passo indietro di Matteo Renzi, la questione delle due raccolte firme diverse per lo stesso scopo nate nel Partito Democratico. “Ho personalmente chiesto una mobilitazione online per tener vivo da qui a settembre lo sdegno contro ciò che Salvini ha fatto”, spiega l’ex premier in un post su Facebook.

“Abbiamo raccolto in due giorni più di trentamila firme. Oggi ci viene detto che la raccolta firme va bloccata, sostituita o unita a quella improvvisamente annunciata dalla segreteria del PD. Avverto forte il rischio di cadere nel ridicolo. E per questo dico che stoppiamo subito la raccolta firme – che avrebbe dovuto continuare fino al 12 settembre – e così evitiamo ogni polemica”.

I dem avevano annunciato una mozione di sfiducia individuale contro il ministro dell’Interno e vicepremier Matteo Salvini dopo l’intervento di Conte in Senato sullo scandalo dei presunti fondi russi alla Lega. Per chiederne le dimissioni, Renzi si mobilita per primo con una raccolta firme annunciata giovedì 1 agosto nei comitati Azione civile – Ritorno al futuro.

Dopo il ritiro di Renzi, la petizione di Zingaretti rimane la sola in piedi. Ma sembra avere molto meno appeal di quella dell’ex segretario. E l’unità tra le parti nel Pd – auspicata nella Direzione dallo stesso Zingaretti – sembra essere sempre più lontana.

 

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