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Elezioni amministrative, resa dei conti nel centrodestra: “Suicidio annunciato”

Dopo la sconfitta nei ballottaggi delle elezioni amministrative è resa dei conti nel centrodestra. La coalizione formata da Fratelli d’Italia, Lega e Forza Italia riesce a perdere, tra gli altri, anche Comuni come Verona, Catanzaro, Piacenza, Monza, Parma e Alessandria. Per il momento i tre leader, Giorgia Meloni, Matteo Salvini e Silvio Berlusconi tacciono. Ma a scambiarsi reciproche accuse ci sono i loro fedelissimi

Resa dei conti nel centrodestra

“Un suicidio annunciato. – dichiara senza mezzi termini la berlusconiana Licia Ronzulli – Ma come si fa a vincere quando si rinuncia per partito preso al 23 per cento di consensi? È stata la vittoria del non voto. Sul risultato di certo hanno influito anche i dissidi che negli ultimi mesi hanno caratterizzato la nostra parte politica”, si sfoga riferita al mancato apparentamento con la Meloni a Verona.

“Dove siamo uniti vinciamo, dove non lo siamo finiamo per perdere. – sintetizza il coordinatore forzista Antonio Tajani – A Verona abbiamo commesso un errore gravissimo. Io non so se Meloni poteva fare di più per favorire l’unità. Ma so che se non può funzionare un sistema in cui un candidato sindaco di centrodestra non invita Forza Italia alle proprie manifestazioni. È bene non dimenticare che al primo turno abbiamo vinto a Genova e Palermo, città tre volte più grandi di Verona. Ma la lezione è chiara, e ci obbliga all’unità. A cominciare dalle Regionali siciliane: il passo indietro di Musumeci aiuta ma dobbiamo lavorare di più per una soluzione comune”

“Sbagliato pensare che a Verona il problema sia stato il mancato apparentamento fra Sboarina e Tosi. – ribatte invece Ignazio La Russa di Fdi – Quello non si è fatto per responsabilità di entrambi. Ma la partita si è persa perché altri, e non noi, hanno deciso di spaccare l’alleanza al primo turno. Noi non abbiamo violato la regola che un sindaco uscente si sostiene, come invece è accaduto a Verona, e non siamo andati a cercare un nome fuori dalla coalizione. Perché Tosi, prima del voto, non faceva parte del centrodestra. E in ogni caso, a Parma come a Catanzaro, non abbiamo avuto esitazioni nell’appoggiare al secondo turno i nomi che rappresentavano l’alleanza”, conclude.

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