Il Consiglio dei ministri del governo Meloni ha approvato all’unanimità la nuova riforma del fisco. Nei prossimi due anni i decreti legislativi dovranno tradurre in legge la scelta politica fatta dall’esecutivo di centrodestra. Il presidente del Consiglio Giorgia Meloni esulta parlando di “rivoluzione attesa da 50 anni”. Ma non tutti la pensano come lei. La promessa di far pagare meno tasse a famiglie e imprese non convince i critici del provvedimento. E la polemica esplode sulla lotta all’evasione fiscale.
Leggi anche: Fisco, le tre aliquote Irpef targate Meloni: ecco cosa cambierà con la riforma fiscale

“L’approvazione della delega sulla riforma fiscale è una vera e propria svolta per l’Italia. – rivendica con orgoglio Giorgia Meloni – È una riforma epocale, strutturale e organica: una rivoluzione attesa da 50 anni con importanti novità a favore di cittadini, famiglie e imprese. Con il nuovo fisco delineiamo una nuova idea di Italia, vicina alle esigenze dei contribuenti e attrattiva per le aziende. La riforma contiene una visione complessiva e programmatica che premia la lealtà e la responsabilità del contribuente, gettando le basi per un nuovo rapporto di fiducia con il fisco. Grazie alla riforma del sistema fiscale abbassiamo le tasse, aumentiamo la crescita e l’equità, favoriamo occupazione e investimenti”, conclude il premier del governo di centrodestra.

La riforma del fisco del governo Meloni
Ciò che preoccupa maggiormente della riforma del fisco messa in campo dal governo Meloni è la lotta all’evasione fiscale che subirà alcune decisive modifiche. Le sanzioni penali e amministrative previste saranno più leggere e, in alcuni casi, verranno addirittura abolite. Per quanto riguarda le piccole imprese, sarà previsto un concordato preventivo biennale. In pratica si tratta di un accordo con lo Stato della durata di due anni. L’azienda si impegna a pagare la somma pattuita in cambio del blocco a nuovi controlli fiscali.