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Rimpasto, tanti ministri in bilico: ecco i nomi di chi potrebbe saltare

Nonostante a parole Conte, Di Maio e Zingaretti continuano a ribadire che “il governo è solito e non andrà certo in crisi per le Regionali”, in realtà l’analisi sulle conseguenze del voto del 20 e 21 settembre è già in corso nei vari partiti che compongono la formazione giallorossa. Con una parola su tutte che continua a fare capolino sulla bocca degli onorevoli: “Rimpasto”. L’unico a lasciare intuire in maniera chiara gli umori all’interno dell’esecutivo è stato il vicesegretario dem Andrea Orlando: “Credo si tratti di aprire una fase nuova”. Una discontinuità sempre più inevitabile.


I giallorossi, d’altronde, sono ormai da settimane in difficoltà su vari fronti. Non riescono ancora a trovare un accordo per la gestione dei soldi del Recovery Fund. Andranno alle elezioni divisi e hanno già messo in conto una sconfitta in almeno 4 Regioni su 6 (con la Toscana pericolosamente in bilico). Si preparano all’inevitabile caos-scuola. E sfogliano la margherita dei possibili argini alla rabbia che nascerà prevedibile contro Conte: l’unico petalo che sembra davvero convincere tutti è quello di un rimpasto, con il ritorno allo schema con due vicepremier ad affiancare il presidente del Consiglio. E con tanti nomi a rischio.

In cima alla lista di chi potrebbe essere improvvisamente estromesso dal governo c’è, ovviamente, Lucia Azzolina. La ripartura delle scuole è stata segnata da un tale caos che nessuno sembra più disposto a battersi a difesa della titolare dell’Istruzione. Un rischio condiviso con Alfonso Bonafede: prima la scarcerazione dei boss durante il lockdown e poi la polemica con il pm Di Matteo sembrano aver messo la parola fine alle ambizioni dell’attuale ministro della Giustizia. In bilico, però, ci sono anche altri personaggi illustri.
La ministra delle Infrastrutture Paola De Micheli, nella bufera per la gestione del caos autostrade in Liguria e per il braccio di ferro con i Benetton, che ha visto tramontare l’ipotesi revoca delle concessioni. La titolare dell’Interno Luciana Lamorgese, alle prese con il pasticcio dell’hot spot di Lampedusa. Tutti pedine che potrebbero essere sostituite dopo le elezioni, in nome di una rivoluzione quanto mai necessaria per tacitare animi destinati a infiammarsi nei prossimi giorni.

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