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Roberto Maroni, l’ultimo saluto della sua band: “Preferiva le canzoni di Springsteen”

Non solo un politico. Roberto Maroni, morto per un male incurabile, era anche un apprezzato musicista. La sua carriera parallela iniziò negli anni ‘70 del secolo scorso come speaker a Radio Varese, una radio libera da cui nacque poi Radio Padania. Dal 1983 divenne invece tastierista, suonando l’organo Hammond, dei Distretto 51, una band di Varese specializzata in cover di noti brani di musica pop, rock e soul. Nel 2005 il gruppo musicale di Maroni ha pubblicato anche il suo primo album dal titolo Live @ Molina. Nel disco si possono ascoltare cover di artisti del calibro di Bob Dylan, Bruce Springsteen, Marvin Gaye, Sam Cooke, Paul Simon, Traffic e Carole King.

“Caro Bobo, un grazie enorme per quello che sei stato per noi, un amico grande e un compagno di suonate fantastiche. – scrivono commossi sulla loro pagina Facebook i membri della band Distretto 51 – Siamo pieni di ricordi tutti belli e preziosi. Il ricordo di te e di noi insieme rimarrà nei nostri cuori per sempre. Il Distretto 51 è vicino alla tua famiglia. Emi, Chelo, Filippo e Fabrizio. Un abbraccio infinito”, si conclude così il post.

Roberto Maroni

A ricordarlo c’è anche un altro vecchio amico e compagno di suonate, Marco Caccianiga. “Non ci conoscevamo da giovani: io e Bobo iniziammo a frequentarci proprio nella sede della Lega in piazza del Podestà. – ricorda Caccianiga – Poi naturalmente la comune passione per la musica consolidò la nostra amicizia.  Quando salivamo sul palco Bobo smetteva i panni istituzionali, nei quali comunque era molto bravo, e sapeva concentrarsi sulle tastiere e sulle note perché era un vero appassionato a 360 gradi”.

“Non c’erano brani che non gli piacevano e tanto meno che odiava eseguire. – prosegue Caccianiga – Perché Maroni non odiava proprio nessuno, non aveva questo sentimento nel Dna. Forse, ecco, preferiva le canzoni di Springsteen, perché quello era il repertorio del Distretto 51 delle origini con Girompini, Nasoni, Caico… Poi quando la band si è allargata abbiamo variato il repertorio”.

“Di certo le trasferte più memorabili sono state quelle a Porretta Terme (la località dell’Appennino Bolognese sede del Porretta Soul Festival ndr). – si perde ancora nei ricordi l’amico di Roberto Maroni – Quello era il nostro pellegrinaggio annuale e Bobo era uno dei sacerdoti. Lì incontrammo anche Wilson Pickett, che è l’equivalente di Pelé nel calcio per chi suona musica soul. E poi salimmo sul palco a suonare con musicisti di fama internazionale: anche in quei frangenti emergeva forte la passione musicale di Bobo e di tutti noi. A ripensarci oggi, dopo la notizia della sua morte, viene il magone e non ci sembra ancora vero”, conclude sconsolato.

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