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Robot, per l’89% delle aziende non sostituiranno l’uomo. A rischio solo i lavori manuali e poco specializzati

Le macchine fanno molte cose al posto degli esseri umani, e spesso lo fanno meglio e in tempi rapidissimi, ma nonostante questo i robot non sostituiranno l’uomo. A dirlo il primo rapporto dell’Associazione italiana per la direzione del personale (Aidp)-Lablaw 2018 a cura di Doxa su Robot, intelligenza artificiale e lavoro in Italia. “Per l’89% delle aziende i robot e l’intelligenza artificiale non potranno mai sostituire del tutto il lavoro delle persone”. Il report sarà presentato ufficialmente domani 24 ottobre a Roma. L’introduzione degli automi nelle aziende è vista sotto una luce positiva, tuttavia sono a forte rischio sostituzione i lavori manuali e poco specializzati.

Uno dei problemi che si è sempre posto davanti l’utilizzo delle macchine nel lavoro è sempre stato pensare che distruggono l’occupazione. Dal report emerge un dato di grande interesse che riguarda le modalità con cui i sistemi di intelligenza artificiale e robot si sono integrati in azienda. Per il 56% delle aziende l’impiego di queste tecnologie è stato a supporto delle persone, a riprova che queste sono da considerarsi principalmente un’estensione delle attività umane e non una loro sostituzione. Per il 33%, inoltre, tali sistemi sono stati impiegati per svolgere attività nuove mai realizzate in precedenza.

Per il 42% delle aziende, invece, l’AI e i robot hanno sostituito mansioni prima svolte da dipendenti. Questi dati confermano la rivoluzione in atto nelle organizzazioni del lavoro e nelle attività di guida di tali processi che i direttori del personale saranno chiamati a svolgere ed è questa una delle ragioni principali che ha spinto l’Aidp ad investire nella realizzazione annuale di un rapporto che fornisca dati e informazione utili a capire meglio il futuro del lavoro nell’era dei robot e dell’intelligenza artificiale. Invece per quello che riguarda l’introduzione di sistemi di intelligenza artificiale e robot nelle aziende italiane, ben il 61% delle organizzazioni sarebbe favorevole a farlo, e solo l’11% si dichiara totalmente contrario. Tra le ragioni principali, la convinzione che il loro utilizzo rende il lavoro delle persone meno faticoso e più sicuro (93%), fa aumentare l’efficienza e la produttività (90%) e ha portato a scoperte e risultati un tempo impensabili (85%).

In sostanza, la stragrande maggioranza delle aziende e dei manager sono che i robot e l’intelligenza artificiale non potranno mai sostituire del tutto il lavoro delle persone e che avranno un impatto positivo sul mondo del lavoro e delle aziende: permetterà, infatti, di creare ruoli, funzioni, e posizioni lavorative che prima non c’erano (77%); stimolerà lo sviluppo di nuove competenze e professionalità (77%); consentirà alle persone di lavorare meno e meglio (76%). Avrà invece un impatto molto forte nei lavori a più basso contenuto professionale: favorirà la sostituzione dei lavori manuali con attività di concetto. I manager e gli imprenditori ritengono, infatti, che al di là dei benefici in termini organizzativi, l’introduzione di queste tecnologie potrà avere effetti negativi sull’occupazione e l’esclusione dal mercato del lavoro di chi è meno scolarizzato e qualificato. Le conseguenze in termini di perdita di posti di lavoro di questi strati è indicata dal 75% dei rispondenti.

In generale, l’intelligenza artificiale e i robot migliorano molti aspetti intrinseci del lavoro dipendente perché hanno favorito una maggiore flessibilità dell’orario di lavoro in entrata e in uscita (38%); la riorganizzazione degli spazi di lavoro/uffici (35%); la promozione di servizi di benessere e welfare per i lavoratori (31%); il lavoro a distanza e smart working (26%); la riduzione dell’orario di lavoro (22%).

 

 

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