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Roma, Raggi: “Se Salvini è Batman io sono Wonder Woman”

“Se Salvini è Batman per aver portato 136 poliziotti in più a Roma allora io sono Wonder Woman perché ho assunto oltre mille vigili”. La lotta tra la Raggi e Salvini è arrivata ad assumere contorni sempre più imbarazzanti per il dibattito politico italiano. Una lotta tra titani, tra supereroi anzi, è il caso di dire. Così la sindaca di Roma, ha risposto ironica all’arrivo dei nuovi poliziotti in città inviati dal Viminale.

La battuta è un chiaro riferimento alla frase del ministro degli Interni, Matteo Salvini, che nei giorni scorsi aveva detto “ora mi manca solo che mi metta il mantello da Batman per Roma”. E alla fine anche Luigi Di Maio ha rotto il silenzio sul caso Roma. Dopo giorni di attacchi insistenti alla sindaca Raggi e alla sua gestione della capitale da parte di Salvini, il leader dei 5Stelle ha detto la sua.

“Quando la Lega è un po’ in difficoltà, come in questo periodo e a loro i sondaggi pesano di più, quando sono in difficoltà rimettono in mezzo Roma. La Lega la usa, è un giochino”. E aggiunge: “Io non rispondo nel merito perchè quella città ce l’hanno lasciata così centrodestra e centrosinistra. Una città divorata negli anni da mafia capitale e un po’ alla volta va messa a posto”.

Parole pronunciate da Dubai dove si trova in visita. Di Maio in realtà non cita neppure il nome di Raggi. Ma in qualche modo accusa, sia pure indirettamente, quelle classi dirigenti di centrodestra in parte transitate proprio sotto le insegne del Carroccio. Il silenzio del leader 5Stelle sugli attacchi a Raggi stava diventando un caso, facendo ipotizzare una manovra per mollare la prima cittadina della capitale.

Ma Matteo Salvini non sembra affatto intimorito dalla controffensiva dei 5Stelle. Già in mattinata il vicepremier leghista era tornato all’attacco di Raggi: “Avevo invitato i romani a scegliere e provare il cambiamento, dopo anni questo cambiamento non mi sembra molto diverso dal passato vivendo Roma da cittadino, come tanti altri romani che si lamentano dell’immondizia, del traffico, dei mezzi pubblici che non funzionano, dei crateri nelle strade, della trascuratezza”.

E poi ha aggiunto che “probabilmente, se si votasse domani” non inviterebbe più “a scegliere i Cinquestelle”. In serata, un nuovo crescendo: “Svuotare i cestini. La corsa ai topi e la difesa dagli attacchi aerei dei gabbiani, non li può fare il ministro. Il sindaco faccia il sindaco, a Roma e in qualunque altra città d’Italia”.

 

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