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Emergenza rifiuti a Roma, si dimette l’ennesimo cda di Ama: “Comune inerte”

Fuori un altro. Dopo cento giorni dal suo insediamento, si è dimesso il consiglio di amministrazione di Ama, la società che si occupa dei rifiuti della Capitale. Alla base della decisione lo scontro col Comune di Roma, socio unico della municipalizzata, sul progetto di bilancio 2017. Dopo diversi incontri tra le parti, il dg di Roma Capitale Franco Giampaoletti aveva inviato una lettera agli amministratori avvisando che il bilancio non poteva essere approvato per via di un “elemento ostativo” e cioè l’iscrizione della partita dei ‘soliti’ 18,3 milioni di crediti (vantati da Ama verso il Comune) per i servizi funebri e cimiteriali.

Come il vecchio cda presieduto da Lorenzo Bagnacani – rimosso i primi di febbraio dalla sindaca Raggi anche in quel caso a valle di un duro scontro sul bilancio e su quei soldi – anche questa terna di amministratori ha inserito quei denari in un fondo rischi per oneri contrattuali collegato al patrimonio netto.

Ma anche questa volta il Campidoglio non ne ha voluto sapere. Per il Comune quei 18,3 milioni vanno svalutati interamente. Una scelta ‘consigliata’ non solo dalla lettera decisa di Giampaoletti, mentre era ancora in corso l’istruttoria della ragioneria sui crediti in ballo tra le parti, ma anche dalla nota di sabato del Campidoglio in cui si diceva chiaramente che “Roma Capitale non approverà mai un bilancio di Ama Spa che sia redatto in maniera non corretta e contenga valutazioni di trattamento contabile già in precedenza non avallate dal Comune”.

Finisce così l’avventura anche del quinto gruppo di amministratori di Ama, azienda sempre accusata di scarsa efficienza, in poco più di tre anni. E ora avanti il prossimo con la missione impossibile di mediare tra due posizioni opposte su questi 18 milioni, di cui il bilancio dell’azienda è ostaggio da due anni: quella del Comune e quella del Revisore dei conti.

L’inerzia e la mancanza di una concreta e fattiva collaborazione con Ama da parte del Comune di Roma, molto più che i 18 milioni ‘contesi’ di crediti cimiteriali. È questo il motivo per cui il cda della municipalizzata dei rifiuti ha deciso di dimettersi e ha voluto scrivere alla sindaca Raggi una lettera di sei pagine in cui vengono elencate e motivate tutte le ragioni del loro addio.

In serata, senza aver replicato a nessuno degli attacchi rivolti alla sua amministrazione per la nuova “giostra” Ama, la sindaca Raggi firma una nota del Campidoglio: “È stato individuato nella persona di Stefano Zaghis il nuovo amministratore unico di Ama spa. La sindaca ha dato mandato agli uffici di avviare la procedura per la nomina”.

 

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