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Roma Web Fest 2018: l’intervista ad Andrea Materia, CEO di Greater Fool Media

L’edizione 2018 del Roma Web Fest, come sempre ricca di ospiti e partnership internazionali, inaugurerà uno spazio interamente dedicato all’innovazione e al settore dell’audiovisivo webnativo.

Per l’occasione business.it ha intervistato Andrea Materia, fondatore e CEO di Greater Fool Media, tra i primi network YouTube europei a superare la soglia di 1 miliardo di views l’anno (nel 2018 è già proiettato sopra quota 2 miliardi).

Materia racconta a business.it com’è nata la sua idea imprenditoriale, come sta cambiando il modo di fruire i contenuti, come si trasformano le esigenze del pubblico e quali sono i vantaggi di partecipare a un evento così unico come il Roma Web Fest 2018.

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1) La sua carriera professionale: com’è arrivato a creare Greater Fool Media?

La mia azienda nasce nel 2012. Venivo da circa 15 anni di esperienze televisive, quasi sempre in RAI, tanto davanti quanto dietro le telecamere, intervallati da parentesi e sperimentazioni sia nel cinema che in radio. Nel 2011 avevo ottenuto un successo a sorpresa con un format per RAI 2 che metteva per la prima volta in gara tra loro giovani YouTuber e Influencer italiani, votati in diretta tramite i social. La risposta del pubblico mi aprì gli occhi sulle potenzialità di questo nuovo star system digitale, ma al tempo stesso sulla diffusa difficoltà che le giovani star del web avevano a convertire la propria celebrità online in monetizzazione. Mancava una realtà professionale che facesse da ponte (e da management) rispetto al mondo della pubblicità e rispetto alle grandi piattaforme come Google. Così è nata Greater Fool e il suo network YouTube.

Via via ci siamo evoluti e strutturati. Negli ultimi 12 mesi abbiamo distribuito 1 milione di euro di ricavi pubblicitari ai talent e agli editori nostri partner su YouTube, e per i prossimi 12 mesi puntiamo a un incremento del 100%. I nostri canali raggiungono oggi quasi 20 milioni tra iscritti YouTube e follower su Facebook, Instagram e la nuova emergente piattaforma Musical.ly (una felicissima intuizione del mio socio Lorenzo Barbantini Scanni, ci ha aperto le porte del target ragazze 9/15 anni).

La cosa interessante è che su YouTube il 30% dei nostri iscritti è internazionale, in testa Stati Uniti e Unione Europea, a cui proponiamo contenuti in inglese ma prodotti in Italia, da Milano a Napoli, da Roma a Rimini. Per dirla con un’espressione molto in voga ultimamente, da start up siamo diventati una scale up, con EBITDA sempre positivo e occhio rivolto all’intero mercato europeo.

2) Com’è cambiata la televisione grazie al web?

Come tutti gli addetti ai lavori che hanno vissuto il primo boom delle dot com a fine anni ’90, posso dire che le previsioni di catastrofi e apocalissi improvvise per la TV non si sono realizzate. Si è invece verificato un processo di graduale affiancamento tra i due mezzi. Come la televisione ai suoi albori si affiancò alla radio, marginalizzandola nel tempo ma senza farla sparire, allo stesso modo le nuove piattaforme in streaming – sia quelle free finanziate dalla pubblicità come YouTube, sia quelle pay come Netflix, Amazon e i tanti competitor locali – si stanno sovrapponendo al consumo di TV lineare senza annullarlo dal giorno alla notte.

Certo, a lungo andare alle emittenti TV classiche toccherà lo stesso destino delle stazioni radio: saranno marginalizzate. In diversi generi è già così, guardate le serie TV d’autore. I Premi Emmy li vincono tutti Netflix, Amazon e Hulu, lasciando quello che avanza a HBO per difendere gli onori della vecchia guardia. La verità è che i broadcaster hanno abdicato a osare. Ripetono a oltranza gli stessi moduli linguistici consolidati per lo stesso pubblico annoiato, che premia perlopiù i reality, non a caso quelli più naturalmente social (li seguiamo dividendo lo sguardo tra il 55 pollici sulla parete e i 5 pollici in mano per commentare live su Facebook l’ultima trashata).

Dove il cambiamento si avverte in misura più marcata è tra gli under 14. I Millennials sono ancora combattuti. Per i bambini, gli autentici nativi digitali, il mobile è invece oggi, inequivocabilmente, il “primo schermo”. La TV è battuta, seconda, incapace di attirarli quanto YouTube.

In Greater Fool abbiamo vissuto un’esplosione dei nostri canali dedicati ai bambini, che è andata di pari passo con il diffondersi di piani tariffari per il mobile con GB in ampia quantità. Ci vanno fortissimo le animazioni 3D musicali. Anche l’educational sorprende, abbiamo raggiunto 200.000 iscritti in Italia con canali per imparare su YouTube la scienza e la storia. Ma soprattutto sta rapidamente imponendosi una sbarazzina generazione di baby YouTuber prodigio, super esperti di nuovi giochi e giocattoli.

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Roma Web Fest 2017: il cinema ai tempi del web

4) Quali sono i loro prossimi progetti?

Vogliamo sempre più fornire contenuti web per le famiglie e i loro giovani spettatori “streaming first” che siano garanzia di qualità e sicurezza per gli inserzionisti pubblicitari. Sui contenuti kids puntiamo a investire in maniera significativa, sia finanziando nuove produzioni multilingua che attraverso l’acquisizione di canali YouTube con un appeal forte nei principali territori europei.

Sono convinto che per proseguire e consolidare la traiettoria di crescita di Greater Fool nel mercato dello streaming i driver siano proprio questi: dare priorità all’internazionalizzazione, lavorare a fusioni e acquisizioni per creare un player competitivo a livello continentale, e tanta tanta tecnologia. Come insegna Netflix, l’analisi dei big data è infatti essenziale oggi per individuare le nuove idee a più alto potenziale di crescita. Il fiuto e l’intuito editoriale non possono mai mancare, saranno indispensabili anche nel 3018, ma dobbiamo integrarli e sposarli con il lato tech del nostro mestiere.

Per accelerare questi progetti stiamo esaminando con fondi italiani ed esteri l’ipotesi di un funding mirato all’espansione internazionale di Greater Fool. Con l’obiettivo più avanti, se la scommessa dovesse essere vinta, di diventare la prima new media nazionale a quotarsi all’AIM.

5) Roma Web Fest: quanto è importante per i giovani un evento come il Roma Web Fest, dove Greater Fool Media è partner da anni…

Il Roma Web Fest 2018 rappresentata un evento centrale per il settore audiovisivo che guarda al digital. Rispetto a Milano, Roma è una piazza secondaria per l’innovazione in Italia, ma sull’audiovisivo rimane il cuore del sistema. E a mio parere, proprio spingendo sull’audiovisivo online potrebbe recuperare un ruolo da vera Capitale anche nell’economia digitale.

Proprio per questo il Roma Web Fest è un evento unico. Uno dei primi al mondo, e tuttora uno dei pochissimi, a offrire un punto di incontro di alto livello tra appassionati, operatori dei media tradizionali e interpreti della nascente filiera dello streaming. Al Roma Web Fest i geek si mescolano a produttori, registi e attori del cinema e della TV, e tutti insieme vanno a conoscere le punte di diamante di chi realizza video per il web.

Scopriamo così che il pubblico che guarda gli YouTuber non ha nessuna ostilità ideologica verso la televisione. Non sceglie o l’uno o l’altro media. Li combina, li alterna. Ma tra i due inizia a preferire web e app di streaming ogni settimana un minuto in più al giorno perché ci trova programmi e personaggi più freschi, capaci di modificare di continuo il proprio format (anche a rischio di perdere tutto il traffico accumulato, nel giro di una manciata di clip). Quello che la TV ha ormai abdicato a fare.

Il Roma Web Fest è quindi un’occasione imperdibile di incontro e di condivisione, dove YouTuber ed esperti, appassionati e curiosi possono interagire e perché no, anche attivare nuove idee di business.