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Salario minimo, Conte vs Brunetta: “Per alcuni politici è normale prendere paghe da fame”

È scontro nel governo sul salario minimo. La misura è ritenuta assolutamente necessaria dal M5S che la considera uno dei suoi cavalli di battaglia. Pentastellati appoggiati in Parlamento da Pd e Leu che spingono per l’approvazione di una legge al più presto possibile. Lega e Forza Italia però fanno muro. Ed è proprio il ministro forzista Renato Brunetta che boccia il salario minimo definendolo “contro lo nostra storia”. Parole che fanno arricciare il naso al leader del Movimento Giuseppe Conte che attacca Brunetta senza però nominarlo direttamente.

Scontro Conte-Brunetta sul salario minimo

“Il salario minimo per legge non va bene perché è contro la nostra storia culturale di relazioni industriali”, chiarisce Brunetta da Trento, dal festival dell’Economia organizzato dal gruppo 24 Ore. “Il salario forse non è nella cultura di alcuni politici. – replica poco dopo uno stizzito Conte da Capua durante il suo tour elettorale – Se per alcuni politici è normale prendere paghe da fame, paghe di 3,4 euro l’ora, allora diciamo che la politica del M5S non è questa e non lo accetteremo mai fino a che non sarà approvato il salario minimo. Queste sono paghe da fame”.

“Ci sono dei lavoratori poveri che hanno paghe da fame lo stiamo dicendo da parecchio e come M5S siamo più determinati che mai ad approvare il salario minimo. – ribadisce oggi Conte da Palermo – In Europa lo stanno facendo, c’è una direttiva in arrivo e alcuni Paesi già lo hanno. Introdurlo anche in Italia è necessario e doveroso”.

“Stiamo lavorando a tempo pieno in Commissione al Senato. Il nostro progetto di legge sta andando avanti e siamo disposti a lavorare notte e giorno per approvarlo. – replica alle domande dei giornalisti – Vogliamo farlo subito. In un Paese con una povertà dilagante si pensa di rimuovere la misura del reddito di cittadinanza che è di sostegno alla povertà e peraltro orientata a favorire un incontro con l’occupazione. Dobbiamo mantenerla. Dobbiamo presidiarla. Io trovo indegno che una certa politica, non tutta, concentri gli sforzi per rimuovere questa misura che è assolutamente necessaria. Anzi dobbiamo lavorare per allargare il fronte e introdurre anche il salario minimo”, conclude.

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