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Salvini, la sua strategia per combattere la droga è pericolosa e riporta al passato

Salvini vuole fare la lotta alla droga utilizzando metodi e strategie di 40 anni fa. Ha presentato, come suo solito, un disegno di legge che a suo dire è illuminato, ma le conseguenze potrebbero avere effetti indesiderati. “Siamo qui per presentare un disegno di legge della Lega che la cronaca ci dice essere urgente. A me prudono le mani. Il nostro ddl prevede il raddoppio delle pene per chi spaccia”. Lo ha detto il vicepremier e ministro dell’Interno Matteo Salvini in una conferenza stampa alla Camera.

“Il disegno di legge – continua Salvini – interviene sulla lieve entità. Non esiste modica quantità. Se ti becco a spacciare, vai in carcere con le misure cautelari. I venditori di morte li voglio vedere scomparire dalla faccia della terra. Le pene detentive – aggiunge – passano da un minimo di 3 ad un massimo di 6 anni, con multe da un minimo di cinquemila a un massimo di trentamila euro”.

Aggiunge Salvini: “A me interessa togliere dalle strade coloro che campano spacciando. Poi quello che fa ciascuno nella sua vita privata non sta a me giudicarlo. Ha la sua coscienza, non mi interessa punire il consumo”. (Il consumo per uso personale viene stabilito da tabelle del ministero della Sanità, secondo il principio attivo presente nei diversi tipi di droga. Oltre quella quantità scatta l’accusa di spaccio). Del ddl che prevede un giro di vite per lo spaccio di stupefacenti, aggiunge Salvini, “sono alcune settimane che ne parliamo, con gli amici Cinquestelle ci siamo già confrontati, però mi piacerebbe che se ne occupasse il Parlamento”.

“Qui si tratta di salvare vite – sottolinea – . So che da parte del M5S ci sono proposte sulla legalizzazione di alcune droghe che mi vedono contrario, ma questo è un altro tema. In questo caso si tratta di togliere dalle strade delle bombe umane”.

“E’ ben chiaro: chi spaccia e chi consuma, io non entro nel merito delle scelte personali, non sono per uno Stato censore ma è chiaro ed evidente a me, ai poliziotti, qual è l’entità che porta da consumo a spaccio”, conclude Salvini. Immediate le reazioni. “Il mondo alla rovescia: la guerra alla droga di Salvini segue quella di 40 anni fa, portata avanti da Ronald Reagan. Un modello che ha fatto milioni di morti e peggiorato la vita di migliaia di persone. Un ritorno al passato doloroso e insensato”, afferma Giuseppe Civati.

“Il mondo civile va verso una legalizzazione e una depenalizzazione – aggiunge Civati – all’insegna di un approccio qualitativo e non quantitativo, che si è rivelato fallimentare. L’Italia fa il contrario con Salvini che ha una ‘smania di galera’ dai tratti ormai ossessivi.”.

 

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