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Salvini non vuole la trasparenza sulla Lombardia: “Rinviare tutto al dopo pandemia”

E così adesso Matteo Salvini critica le inchieste della magistratura e quelle della politica sulla gestione della sanità in Lombardia: “Possiamo aspettare la fine dell’epidemia prima di mandare gli ispettori in corsia?”, ha chiesto. In sostanza: “Possiamo aspettare affinché tutto passi in cavalleria?”. Potrebbe essere tradotto così dal Salvini-pensiero. Di fronte all’incapacità dei suoi uomini al governo della Regione lui cosa fa? Di fronte a fortissimi dubbi sulla gestione dell’emergenza, il Capitano non vuole trasparenza. Vuole la nebbia, vuole come sempre “buttarla in caciara”. Vuole l’impunità, insomma.

Chiede inoltre la riapertura della Lombardia accodandosi (ma chissà che il rapporto non sia invertito) al governatore Fontana e cita, ancora una volta, i suoi figli: “Se la scuola riaprisse l’11 maggio io i miei figli li manderei a scuola, purché siano garantiti sanificazione, distanze e dispositivi di protezione”. Il leader della Lega Matteo Salvini sembra deciso a non abbassare i toni, nonostante le polemiche della scorsa settimana con il presidente del Consiglio e l’ordine che lo stesso Conte avrebbe dato ai suoi: “Non rispondere, non replicare”.

Così, dai microfoni di Rtl 102,5 chiede che si riaprano le attività dal 4 maggio, con il progetto delle “4 D” annunciato ieri da Attilio Fontana: “Chiedere la riapertura da parte della Lombardia è un grande segnale di concretezza e di speranza, spero che il governo ne tenga conto, sulle riaperture le regioni hanno situazioni diverse: questo è chiaro a tutti. Dopo 5 settimane tantissimi italiani hanno voglia di tornare a vivere, a lavorare. Ovunque si riapre e si produce”, dice, già sapendo che l’unica risposta ufficiale, per adesso, è quella del ministro Francesco Boccia che ha rinviato tutto alla cabina di regia governo-regioni.

Ma è chiaro che in questo momento, tra le sue urgenze, c’è quella di difendere la linea della Lombardia, la ‘sua’ regione, guidata dal leghista Fontana. Che, tra guardia di finanza inviata dalla procura in Regione per acquisire la documentazione sulle direttive impartite alle Rsa, ispettori del Ministero al Pio Albergo Trivulzio, polemiche sul nuovo ospedale della Fiera semi-vuoto e sulla gestione delle informazioni sui dati reali dell’epidemia, è al centro della tempesta.

 

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