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Sardegna, un morto e tanti contagi: “Ma la Regione non l’ha comunicato”

In Sardegna la situazione sarebbe molto più grave di quello che si sa ufficialmente. Enrico Pusceddu è il sindaco di Samassi, storico dell’arte e ricercatore all’università di Barcellona. E oggi ha fatto delle rivelazioni al quotidiano L’Unione Sarda. È una furia in fascia tricolore: “Sono in servizio ventiquattr’ore su ventiquattro, come tutti i colleghi. La Regione ci ha abbandonato nel momento più difficile dal secondo dopoguerra. Chi aveva l’obbligo di informarmi della morte di un concittadino non l’ha fatto. Peggio: ha negato che fosse legata al coronavirus. Silenzio tombale anche sul contagio di tanti altri. Ho chiesto notizie e mi è stato risposto di telefonare in orari d’ufficio. Un atteggiamento irresponsabile mentre la pandemia continua a uccidere”.

Come vi proteggete dal rischio di contagio? “Abbiamo solo la versione cinese dell’amuchina, niente guanti e mascherine. Oggi sarebbe dovuto essere il giorno clou della sagra del carciofo. Fortunatamente le persone hanno preso coscienza del gigantesco problema che stiamo affrontando. Nel paese tutti abbiamo un orto se non due: ho dovuto firmare un’ordinanza per impedire a chi ha più di 67 anni di andarci per curare gli animali e annaffiare le colture”. Chi le ha comunicato il decesso per coronavirus? “L’Unità regionale della Sardegna che gestisce l’emergenza mostra quotidianamente tante, troppe inefficienze tecniche. È giusto dirlo perché la gente sta morendo e non si può far finta di niente”.

La vittima a Samassi? “Ho scoperto la verità leggendo L’Unione Sarda. Nel frattempo avevo autorizzato la sepoltura senza sapere che il tampone fosse positivo. Nessuna comunicazione ufficiale neppure per il contagio della moglie, nonostante il sindaco sia per legge l’autorità sanitaria locale. Non so il numero dei tamponi fatti né il numero dei positivi. Roba da pazzi”. Cittadini in quarantena? “L’ultima comunicazione l’ho ricevuta il 20 marzo, senza intestazione, con quattro nomi. Purtroppo devo rincorrere le voci che, fossero vere, sarebbero inquietanti”.

Lo scambio di notizie con la Regione Sardegna? “Al numero verde 1500 non risponde mai nessuno. A quello regionale spiegano che devono coordinare e non possono fornire informazioni. Venerdì scorso dall’altra parte del telefono ho trovato un ragazzo gentilissimo. Mi ha messo in attesa e ha tentato di trovare una risposta alle mie domande. Gli hanno detto: sono notizie che possiamo dare solo durante gli orari d’ufficio. Ieri dall’Ats mi è stato detto che sarebbe venuto un dirigente a parlare con me. Da quel momento non ho saputo più nulla”.

Perché il morto di Samassi non è stato incluso nel bollettino ufficiale della Regione? “Hanno fatto un macello. Ho fatto seppellire una persona sulla base di un certificato che non citava il virus: ci potrebbero essere implicazioni di natura penale”. L’intervista è a cura di Paolo Paolini.

 

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