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Sardine, ora Santori fa il Grillo: “Chi va in tv senza permesso è fuori”

Ricordate il Movimento 5 Stelle delle origini? Quello che vietava ai suoi di parlare con la stampa e, per carità, andare in tv? Ecco, le Sardine, che del Movimento 5 Stelle delle origini hanno molto, hanno compiuto anche questo passo, e così il giovane leader Santori si è trasformato in Beppe Grillo, imponendo il medesimo diktat. Lo racconta Paolo Frosina su Il Fatto quotidiano. Nessuna richiesta al governo, se non quella (tentennante) di abrogare i decreti Sicurezza. Nessun dibattito sul documento (che poi è un post su Facebook) finale. E d’ora in poi niente interviste né ospitate in tv, a meno che non ti chiami Mattia Santori.

Dal “congresso” di domenica al centro sociale Spin Time Lab, al netto dell’unità di facciata, più di una Sardina è uscita con l’amaro in bocca. Scrive Frosina: “A non convincere – soprattutto chi viene dalla militanza di sinistra – è la linea imposta dai ‘quattro di Bologna’, i fondatori del movimento: ecumenica, prudente fino all’estremo, più adatta, secondo loro, a un gruppo di scout che a un soggetto che vuol provare a far politica. Tant’è che nelle sei ‘pretese’ elencate da Santori in piazza san Giovanni – anche quelle mai discusse con la base – di politica ce n’ è ben poca: giusto l’invito a ‘rivedere’ i decreti Sicurezza, poi corretto a furor di piazza in ‘abrogare’. Ma è lo stesso leader a dire ai microfoni, sotto il palco, che nelle leggi-simbolo di Salvini ‘ci sono anche aspetti positivi, che vanno mantenuti'”.

Domenica, nel palazzo occupato all’ Esquilino, erano in 150. Hanno parlato in 20 circa, uno per ogni regione. Nessuno, per timore di rovinare il clima, è entrato in polemica diretta con la leadership. Ma quando Santori impone a tutti (meno che a se stesso, giovedì sarà a Piazzapulita) di evitare le interviste (“chi va in tv senza dire nulla può uscire dal gruppo e prendere la sua strada”), nelle chat delle Sardine qualcuno ha iniziato a sfogarsi. “Questo vuole fare il capetto, si è montato la testa. Ha paura che possiamo dire cose ‘divisive’ sull’ambiente, i decreti, l’ autonomia e Regeni. Avete visto che faccia ha fatto quando l’avvocato di Regeni è stato applaudito in quel modo?”.

Già, perché uno degli episodi più discussi riguarda Alessandra Ballerini, avvocato della famiglia Regeni e convinta Sardina genovese. Anche lei era allo Spin Time, in rappresentanza della Liguria. Dopo il suo intervento Lorenzo Donnoli, un attivista di Bologna, ha chiesto all’assemblea un applauso per onorare il suo impegno alla ricerca della verità per il ricercatore ucciso in Egitto. Ma subito dopo l’ovazione, Santori avrebbe riportato tutti alla calma, invitando a non esagerare sui temi ‘divisivi’. Aggettivo speso anche per stigmatizzare le prese di posizione di alcuni attivisti su questioni ambientali o in opposizione all’autonomia differenziata.

Provocando la rabbia (soffocata) di molti: “Come cazzo gli viene in mente di dire che l’ambiente è un tema divisivo?”, si sfoga una Sardina in un gruppo Whatsapp. Non è strano allora che nel post-documento diffuso ieri non si faccia cenno a questioni politiche, ma solo a future iniziative (per ora piuttosto vaghe) sui territori e nelle periferie. Ma gli attivisti più a sinistra non sono convinti: “La verità è che non vuole che i temi vengano fuori prima delle elezioni in Emilia, a lui importa solo di quelle. E non vuole dare fastidio a nessuno”, scrive un ragazzo. Dunque, un po’ come era (e com’è) il M5S: pieno di tutto, e di tutti. Finché si va “contro” è facile. Costruire e fare proposte è più difficile. E soprattutto “divisivo”.

 

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