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“Porta una sfiga…”. Salvini ne combina una delle sue, e Andrea Scanzi ironizza così

Andrea Scanzi torna a punzecchiare il leader della Lega Matteo Salvini. Ospite dell’ultima puntata di Otto e Mezzo, andata in onda l’11 dicembre, il vicedirettore del Fatto Quotidiano, stuzzicato dalla conduttrice Lilli Gruber, ha commentato la vicenda di “Parler”, il social che è stato chiuso di recente perché individuato come serbatoio dell’ultradestra in cui scambiarsi e organizzare veri e proprio attacchi d’odio e atti eversivi. Scanzi ha deciso, come suo solito, di buttarla sull’ironia e ha commentato così: “Salvini si è iscritto a Parler, un social dell’ultradestra, e poche ore dopo hanno chiuso la piattaforma…”.

E già con la premessa si inizia a ridacchiare. Poi la stoccata finale di Scanzi: “Ultimamente Salvini porta una sfiga che ne basterebbe la metà…”. Ovviamente il frame di questo intervento è stato subito ritagliato ed è diventato virale sui social. “Amici, da oggi anche su Parler. Happy to be on Parler, love from Italy”: con questo messaggio Matteo Salvini si era presentato agli utenti di Parler, la piattaforma social alternativa scelta dalla destra americana dopo il bando del presidente Donald Trump da Twitter.

L’iscrizione da parte del leader della Lega è però giunta a poche ore dalla chiusura definitiva del network sovranista, bandito da Google, Apple e Amazon. Dopo i fatti di Capitol Hill, Salvini aveva deciso di “raggiungere” su Parler il senatore leghista Alberto Bagnai e il giornalista Daniele Capezzone. Il tutto nelle stesse ore in cui il social si era visto privato del proprio servizio di hosting web, che non è riuscito a sostituire entro domenica sera (limite temporale inderogabile, ndr).

Amazon aveva rimosso dai suoi server Parler dopo la pubblicazione di messaggi di sostegno ai rivoltosi che hanno fatto irruzione al Congresso americano, mentre altri utenti continuavano a chiedere manifestazioni di protesta in occasione dell’insediamento di Joe Biden. Anche Apple e Google si erano mossi in tal senso, rimuovendo dai loro “store” le rispettive app della piattaforma di estrema destra.

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