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Miss Italia, la sfida dello scrittore trans: “Mi sono iscritto utilizzando il mio deadname”

Qualche giorno fa la patron di Miss Italia, Patrizia Mirigliani, ha sbattuto bruscamente la porta all’ipotesi di consentire la partecipazione dei transgender allo storico concorso di bellezza. La sua dura presa di posizione ha scatenato le proteste della comunità lgbt, con in prima fila Vladimir Luxuria. Ma a far discutere è la decisione provocatoria dello scrittore trans Elia Bonci di iscriversi al concorso. Con lui altri centinaia di trans nati donne all’anagrafe, ma che hanno iniziato un percorso di transizione di genere. Bonci spiega il significato del suo gesto nel corso di un’intervista a Repubblica.
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Miss Italia scrittore trans

Lo scrittore trans che si iscrive a Miss Italia

“Mi sono fatto coraggio, ho utilizzato il mio deadname e mi sono iscritto a Miss Italia. – spiega lo scrittore trans Elia Bonci – Perché la lotta alla transfobia è intersezionale e anche se non sono una donna trans ho deciso di lottare per i loro diritti. Miss Italia non è solo un concorso di bellezza, ma è parte della storia culturale del Paese. Ed escludere le donne trans significa, in automatico, escluderle dalla storia. Far finta che non esistano. Mi sono iscritto con l’intenzione di andare fino in fondo. Inizialmente sono rimasto un po’ sorpreso e un po’ scioccato: compiendo un atto transfobico, la patron del concorso Patrizia Mirigliani ha ribadito di non volere le donne trans alla gara, ma non ha considerato che il suo regolamento ha una falla enorme”.

“Ho utilizzato il mio deadname e questo mi ha fatto soffrire molto. – rivela ancora lo scrittore trans – Ma non si può lottare solo per quello che ci riguarda in maniera diretta. Per questo, come altri, ho scelto di lottare insieme alle donne trans. Il mio è un gesto di sorellanza e alcune mi hanno scritto in privato: sono felici, contente di quanto stiamo facendo e si percepisce il senso di unione della comunità”.

L’indignazione dello scrittore trans

“Solo quando Miss Italia riceverà le foto si renderà conto della grande falla del regolamento. – prosegue lo scrittore trans – Chi aprirà le immagini rimarrà senza parole. D’altronde parliamo di persone che non hanno ancora chiara la differenza tra sesso assegnato alla nascita e identità di genere. Spero che quest’atto di disobbedienza civile possa contare qualcosa e cambiare le cose, anche se quello che è stato dichiarato rimane. Come rimane anche il fatto che il regolamento faccia acqua da tutte le parti: non consente a una donna trans di iscriversi, ma a un uomo trans sì. E pur volendo, comunque, non potrebbero verificare che chi si iscrive è una donna trans: dopo che si cambiano i documenti, infatti, si ha diritto all’oblio”, conclude.
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