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“Se esco mi sposi?”. L’ultimo desiderio del sindaco eroe sussurrato alla sua Veronica

La storia di Emanuele Crestini, sindaco di Rocca di Papa, ha commosso l’Italia intera. L’ha cercata fino all’ultimo istante, ha chiesto di lei continuamente prima di addormentarsi per sempre nel coma indotto dai medici per lenire le sofferenze. Pensava di risvegliarsi il primo cittadino eroe, e subito dopo sperava di sposare la sua dolce compagna Veronica Cetroni, ventottenne commercialista dei Castelli Romani. Invece, la sera di giovedì la sua vita si è spenta improvvisamente.

Lunedì avrebbe compiuto 47 anni. “Emanuele aveva inalato troppo fumo tossico nei suoi polmoni perché invece di scappare via era risalito sopra ai piani più alti per dire a tutti di uscire e mettersi in salvo – racconta Veronica con gli occhi grandi lucidi per le lacrime – lui era fatto così, pensava sempre agli altri, buono e generoso. Sulla barella d’ospedale mi ha chiesto di sposarlo”.

“Era convinto di farcela. E così tutti noi a Rocca di Papa. Quella maledetta mattina è stato lui a chiamarmi al telefono. ‘Sono al policlinico di Tor Vergata, corri’, mi diceva. Stavo lavorando in studio, all’Eur, sono salita in macchina e ho attraversato mezza città col cuore in gola. Tutti mi bombardavano di chiamate e mentre andavo realizzavo che c’era stata l’esplosione, il Comune sventrato, i feriti… Ma Emanuele lo avevo sentito al telefono, non pensavo fosse così grave”.

“E con lui ci ho parlato, con i medici e le infermiere scherzava, si è voluto fare anche dei selfie con loro. Lui era sempre allegro, non si arrabbiava mai, mai cupo, pensava sempre al meglio. Appena arrivata, mi è passato davanti su una barella. Mi ha stretto la mano e mi ha chiesto: ‘Quando esco di qua, mi vuoi sposare?’ e io, naturalmente, gli ho risposto ‘sì amore'”.

“Invece le sue condizioni sono precipitate. L’ho rivisto e ci ho parlato anche quando è stato trasferito nel reparto Grandi Ustionati del Sant’Eugenio. Abbiamo passato tutti questi giorni, con i familiari e gli amici, lì fuori ad aspettare che si risvegliasse. Il grado delle ustioni era sceso al secondo, e questo ci faceva ben sperare. Ma aveva respirato troppo fumo e i polmoni, alla fine, non hanno retto”.

Ora il suo Emanuele è il sindaco eroe che il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella descrive come “esempio di coraggio, di altruismo e di generosità nei confronti dei concittadini”. Una favola che resta nei cuori di chi lo ha amato.

 

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