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Segre-Salvini, c’è stato l’incontro. A Milano, a casa della senatrice. Come è andata

In questi giorni Liliana Segre è stata investita da un’onda mediatica. Prevalentemente di odio, ma anche di tanta solidarietà. La senatrice a vita, suo malgrado, si è ritrovata al centro di una bufera. La “colpa”? Aver proposto e aver ottenuto che si formasse una commissione parlamentare contro l’odio, per scoraggiare sui social, e nella vita di tutti i giorni, l’insorgere del razzismo e dell’antisemitismo di ritorno. Perché il rischio ora è davvero concreto. Tra chi ha alimentato questa folle macchina c’è sicuramente Matteo Salvini, il quale è voluto però correre ai ripari. Dopo che in parlamento, durante il voto sulla commissione Segre, la Lega si è astenuta (schierandosi così con l’antisemitismo) e al momento dell’applauso e dalla standing ovation alla senatrice, i leghisti sono rimasti seduti senza battere nemmeno le mani, il capo del partito ha fatto un passo in avanti.

Alla fine, dunque, Salvini ha accettato la mano tesa di Liliana Segre e si sono incontrati a Milano, a casa della senatrice a vita. Non erano presenti altri esponenti politici né delle istituzioni. Il leader leghista si è presentato con la figlia.

Nel commentare la notizia della scorta assegnata alla Segre per le minacce subite, ieri l’ex ministro dell’Interno ha precisato: “Anche io ricevo tante minacce”. Un parallelo, quello con la senatrice sopravvissuta ad Auschwitz, che a tanti è apparso inopportuno. Della scorta a Liliana Segre ha parlato stamattina anche il presidente della Repubblica. Per Sergio Mattarella è il segno che l’odio e l’intolleranza sono pericoli concreti, non espedienti retorici.

Il presidente ha spiegato che “se qualcuno arriva a dire a una bambina sull’autobus non ti puoi sedere accanto a me perché hai la pelle di colore differente, se è necessario a una signora anziana che non ha mai fatto male alcuno ma che il male lo ha subito da bambina in modo crudele come Liliana Segre di avere una scorta vuol dire che questi interrogativi dei bambini, che chiedono solidarietà invece di odio, non sono astratti o retorici ma molto concreti”.

E Liliana Segre, in un’intervista a Rainews24, ammette: “Certamente non mi aspettavo la scorta, poi essendo una vecchietta… Io non l’ho mai chiesta e non pensavo mai che l’avrei avuta”. Sulla commissione istituita con il voto del Senato precisa: “Vedremo quale sarà il mio ruolo”. Nelle ultime ore si è parlato di una riflessione in corso da parte di Segre, tentata – dopo le ultime polemiche e minacce – di rinunciare alla guida della commissione da lei ideata.

La senatrice a vita ha detto: “Io non ho voluto la Commissione contro l’antisemitismo ma assolutamente contro l’odio e come tale vorrei fosse programmata. C’è un’atmosfera di odio, odio è una parola orribile”.

 

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