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Show alla camera di Sgarbi: “Il confinamento degli asintomatici è fascismo”

Dopo le recenti comunicazioni del ministro della Salute Roberto Speranza sul nuovo Dpcm che il governo si appresta a varare e che conterrà la proroga dello stato d’emergenza al 31 gennaio e una stretta sulle mascherine, il deputato Vittorio Sgarbi ha perso le staffe in aula: “La prevenzione è il nome che si dà alla repressione”, ha esordito, per poi aggiungere che le regole di confinamento dei positivi asintomatici sono “una misura repressiva fascista”. Il ministro della Salute ha riferito in Parlamento riguardo al nuovo Dpcm, che conterrà tra le misure l’obbligo di indossare le mascherine all’aperto: “Tutto il Paese è colpito, crescita diffusa in ogni regione. Serve attenzione e unità. Ritroviamo lo spirito di marzo”, ha affermato. Anche il presidente del Consiglio, in un intervento a Confcooperative, ribadisce l’importanza di tenere alta la guardia: “L’Italia è diventata simbolo di resistenza in tutto il mondo, ma l’attenzione deve rimanere massima”.

Confinare gli asintomatici è fascismo
“Abbiamo una Italia ristretta, chiusa, fascista con misure che non ci sono in Germania, in Svezia o in Albania. Perché – si è domandato il deputato Sgarbi- non si cercano i malati di Epatite C? Il Covid è una malattia da cui si guarisce. Occorre individuare i rischi reali e prendere misure necessarie, e non indurre nei cittadini paura di andare da soli nel bosco, o obbligare all’uso della mascherina che è un’assurdità”.
”L’idea che la prevenzione sia il nome che si dà alla repressione e all’idiozia e alla minaccia di nuovi provvedimenti è tutta nelle parole di Zingaretti, che ha detto: toglieremo dalla vita sociale coloro che sono positivi. Come è possibile che un malato non stia nella vita sociale quando guarisce dopo 10 giorni. Quale misura repressiva, fascista e intollerabile, viene adottata da questa gente – ha incalzato Sgarbi -, a partire dal bravissimo e divertente presidente De Luca e da quelli che lo imitano? Perché lo stato di emergenza non c’è in Albania, in Svezia, in Francia e Germania? Perché c’è solo qui? Che Europa è la nostra? In nome di chi parliamo? Non potete parlare dell’Europa ma di un’Italia ristretta, chiusa e fascista, in cui chi è malato deve essere cacciato…”.
”Questa –ha sottolineato il critico d’arte – è una malattia grave, ma, come prova Sileri, è una malattia da cui si guarisce e si è in ottima forma, non è necessariamente una malattia normale. Occorre individuare i rischi reali e non esagerarli con una psicosi collettiva che impone agli italiani la paura di camminare da solo in un bosco… C’è qualcosa di folle…Persino l’Aprea è preoccupata per Trump, come se fosse grottesco che Trump si ammali. Si è ammalato e guarirà. E’ guarito Berlusconi, è guarito Briatore…”

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