Di Giovanni Pizzo
In Sicilia si sta discutendo di finanziaria, e quando arriva questo momento è difficile capire quale maggioranza sia in piedi e per cosa. I partiti, gli ordini di scuderia dei capigruppo, i confini squagliano come neve al sole. I deputati vanno in ordine sparso e cercano voti per provvedimenti esclusivamente personali, senza una logica di schieramento. Dopo il voto il centrodestra, che ha vinto le elezioni, si è subito trovato frammentato, con una parte di Forza Italia, partito che esprime il presidente Schifani, capitanata da Miccichè andata sull’Aventino. Leggi anche: Sicilia, quasi 4 milioni di euro per la rassegna cinematografica a Cannes

Situazione ingarbugliata in Sicilia
Il problema in Assemblea regionale è stato tamponato con la colla del potere, promesse e sottogoverni. Più complicato sarà gestire le divergenze alle Amministrative prossime, soprattutto a Catania. Tra qualche giorno le candidature alla carica di sindaco della città Etnea dovranno essere ufficialmente dichiarate e lì emergeranno i conflitti latenti. Da un lato il fortissimo, elettoralmente parlando, vicepresidente della Regione, il leghista Sammartino, tenterà di giocare il jolly Valeria Sudano, sua compagna di vita e di partito. Dall’altro la forza crescente di un altro Golden boy siciliano, il presidente dell’ARS Galvagno cercherà di affermare la forza della destra che a Catania ha storicamente registrato consensi maggiori che a Palermo.