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Soumahoro in lacrime sui social: “Mi volete morto, mia moglie è disoccupata”

Aboubakar Soumahoro in lacrime sui social. Il deputato eletto con l’Alleanza tra Verdi e Sinistra non ha retto alla troppa tensione legata all’indagine aperta sulla moglie e la suocera per presunto sfruttamento sul lavoro dei migranti iscritti alle loro cooperative. Soumahoro prima nega ogni addebito minacciando azioni legali, ma poi si abbandona in un pianto dirotto. Intanto, anche la suocera Marie Therese Mukamitsindo e la moglie Liliane Murekatete raccontano la loro versione dei fatti.

“Mi dite cosa vi ho fatto? – domanda polemicamente Soumahoro nel ideo postato sui suoi canali social – È da una vita che sto lottando per i diritti delle persone. Mia moglie attualmente è disoccupata, è iscritta all’Inps. Sono una persona integra. Pulita. Lustratore di scarpe, figlio di un contadino e di una casalinga. Ho sempre lottato per la dignità del lavoro, tutta la mia vita è stata caratterizzata dalla lotta contro qualsiasi forma di sfruttamento”, si difende il parlamentare.

Aboubakar Soumahoro

“Voi mi volete morto ma non ci riuscirete. – attacca ancora Soumahoro rivolto non si capisce bene a chi – Mia moglie non possiede allo stato attuale nessuna cooperativa. Perché non parlate con lei? Quando l’ho conosciuta lavorava già nell’ambito dell’accoglienza. Parlate con mia suocera, chiedete a lei che è proprietaria della sua cooperativa: sarò il primo a scioperare con i dipendenti e a lottare per i loro diritti. La montagna di fango che state buttando su di me non seppellirà mai le mie idee. Volevate il negro di cortile, non lo sono e non lo sono mai stato. Sono una persona integra”, conclude così il suo sfogo.

“Tutto è stato speso per i rifugiati, cui ho dedicato 21 dei miei 68 anni. Tutto è rendicontato e posso provarlo. – spiega intanto la suocera si Soumahoro intervistata da Repubblica – Non abbiamo soldi da dargli perché lo Stato non ci paga in tempo. Nel 2019, quando Salvini ha ridotto da 35 a 18 euro il rimborso per migrante tagliando assistenza sociale, corsi di italiano e psicologi, ho lasciato l’accoglienza per dedicarmi a progetti di integrazione”.

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