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“Sovranismo finanziario”: le vere conseguenze delle scelte di Salvini

di Lara La Matta


La Lega presenta una nuova proposta di legge relativi a Buoni del Tesoro Poliennali che sarebbero rivolti ai soli residenti in Italia, aventi le caratteristiche di un tasso indicizzato all’inflazione e importanti sgravi fiscali. Niente di nuovo nel panorama economico-finanziario italiano: già in precedenza avevamo assistito a proposte similari, come i titoli di stato irredimibili e i Raffaello Bond per cercare di incentivare l’uscita dell’economia italiana da un momento difficile come quello post Covid. Strumenti alla fine mai realizzati.
Questa volta la proposta riguarda la territorialità dei potenziali acquirenti, i quali possono essere solo persone fisiche residenti in Italia, per incentivare e favorire il coinvolgimento diretto dei risparmiatori italiani. La cedola di questo strumento sarebbe pagata semestralmente e sarebbe calcolata sul capitale indicizzato all’inflazione, al termine della durata del titolo, il risparmiatore avrebbe diritto ad una cedola extra parametrata al PIL del periodo di durata del titolo. (Continua a leggere dopo la foto)

Su questi titoli sarebbe previsto anche un incentivo fiscale in quanto non sarebbe prevista la tassazione sui redditi di capitale e sarebbe inoltre prevista una detrazione dall’IRPEF del 30% dell’investimento fino ad un massimo di 30.000 euro. Si avrebbe diritto a tali benefici fiscali solo in caso di detenzione del titolo fino a scadenza, in caso contrario si perderebbe tutto il beneficio previsto. (Continua a leggere dopo la foto)

Un’ulteriore mossa che va nella direzione opposta rispetto a quella condivisa nel mercato unico dei fattori della produzione: tale strumento pone un vincolo nella circolazione dei capitali privilegiando capitali residenti rispetto a quelli esteri e indirizzando ai possessori di questi ultimi i rendimenti detassati. Se a primo impatto potrebbe sembrare auspicabile una iniziativa di questo tipo, proviamo a porre in essere alcune considerazioni che ci consentono di avere un quadro completo della questione. (Continua a leggere dopo la foto)

L’incentivo previsto determina una influenza sul meccanismo naturale di incontro tra domanda e offerta di prodotti finanziari andando a modificare la natura dei capitali offerti e dei soggetti risparmiatori. Chi sceglie di destinare il proprio risparmio ad uno strumento piuttosto che ad un altro, effettua la propria scelta sulla base delle aspettative che egli ha sulla stabilità di una certa economia, sulle prospettive di crescita, sulla garanzia del capitale e su un rendimento certo. In questo caso stiamo cercando di modificare la struttura della domanda inserendo un incentivo di tipo fiscale che potrebbe non essere legato alla stabilità della nostra economia e al miglioramento del ‘progetto Italia’. (Continua a leggere dopo la foto)

Chiudere le porte ai capitali esteri potrebbe stimolare una ulteriore riflessione rispetto alle aspettative sul virtuosismo delle manovre economico-finanziarie future; se i miei titoli sono detenuti banche centrali e istituti di credito esteri, avrò più attori coinvolti e compromessi che avranno interesse a che le nostre scelte siano adeguate e sostenibili, meno rigida è l’accountability di investitori retail residenti che potrebbero non avere tutte le informazioni necessarie per fare valutazioni di questo tipo. Infine esiste un tema di mancato contrasto all’inflazione. (Continua a leggere dopo la foto)

Se è vero che da una parte, indicizzando il capitale all’inflazione, non perdo il valore reale del mio rendimento, dall’altro, non sto incoraggiando a fare pressione al ribasso sulla domanda in quanto il risparmiatore medio sa che tanto anche se c’è inflazione, i suoi rendimenti non saranno intaccati. L’effetto è quindi contrario a quanto auspicabile, cioè di stimolo all’inflazione. Possiamo quindi concludere che più che di titoli destinati a residenti, abbiamo bisogno di una struttura economica che renda sia sostenibile il debito in essere che appetibile a 360 gradi il debito futuro, attrarre capitali a monte e non ostacolarne l’uscita a valle.

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