A braccetto ci sono andati soltanto per lo stretto necessario, il tempo di approvare quella riforma del taglio dei parlamentari che sotto sotto non convinceva in realtà molte forze politiche (esclusi i Cinque Stelle, che ne avevano fatto una questione di principio) e che però aveva ormai fatto talmente tanto presa sull’opinione pubblica da spingere maggioranza e opposizione a remare, per una volta, nella stessa direzione. Subito dopo, però, amici (o meglio nemici) come prima.
Una delegazione di Fratelli d’Italia guidata dall’immancabile Ignazio La Russa ha depositato 4 proposte di legge di iniziativa popolare in Cassazione: elezione diretta del Capo dello Stato, abolizione dei senatori a vita di nomina presidenziale, supremazia delle norme italiane in conflitto con quelle europee e un limite per le tasse previsto dalla Costituzione. La Lega ha risposto con due testi: presidenzialismo e legge elettorale finalizzata al maggioritario.
I proponenti hanno ora 6 mesi di tempo per raccogliere 50 mila firme autenticate. Sempre che, nel frattempo, non ci siano ripensamenti, considerando i tanti punti di vista diversi interni alla coalizione. Nella maggioranza, intanto, sono al vaglio i correttivi al taglio dei parlamentari: i delegati regionali per l’elezione del Capo dello Stato passeranno da 58 a 39, per il Senato si potrà votare a 18 anni ed essere eletti a 25 (come alla Camera) e l’elezione al Senato diventerà pluriregionale.In fuga sotto gli occhi del mondo: le foto dell’esodo curdo, strazianti