Vai al contenuto

Torturava la figlia, foto di lesioni nel suo telefono

Sono state trovate più di ottanta foto di lesioni sul corpo della figlia neonata. Le prove mettono ancora più nei guai una mamma di 29 anni, arrestata lo scorso 6 febbraio. La donna è accusata di aver torturato la bambina appena nata, spruzzandole addosso del deodorante spray, per farla ricoverare. Per l’accusa “azioni consapevoli e volontarie“. “Foto da inviare alla pediatra” per i suoi difensori. La mamma resta in carcere a San Vittore.
>>>>>La piccola Diana Pifferi, dall’autopsia i dettagli della sua sofferenza

Neonata torturata con lo spray dalla madre, trovate 80 foto sul suo telefono

Assume contorni sempre più cupi la storia della madre milanese di 29 anni che è stata arrestata per torture nei confronti della figlia di 17 mesi. Sono state avviate le pratiche per l’adozione della piccola. Resta in carcere a San Vittore, la madre che lo scorso 6 febbraio è stata arrestata dopo la denuncia del personale sanitario. Dopo il quarto ricovero della bambina, infatti, i medici si sono insospettiti. La donna spruzzava deodorante spray a meno di undici centimetri dal corpo della piccola. A quel punto si sono mossi gli inquirenti.

Nel corso delle indagini, sono state ritrovate 80 foto dettagliate delle ustioni provocate dalla pratica malsana della madre. “Si tratta di foto che la madre scattava per chiedere un consulto al pediatra”, ma questo potrebbe avvalorare l’ipotesi dell’accusa, perché le “azioni mirate e consapevoli” della donna avrebbero ottenuto il risultato di fare ricoverare la bambina. La madre, infatti, si diceva sfinita dai pianti e le lamentele della piccola. La finalità delle foto, diversamente interpretabile per l’accusa e per la difesa, sarà al centro di un incidente probatorio nei prossimi giorni.

Spray sulla figlia neonata, la madre resta in carcere per torture

Il Riesame ha intanto respinto l’istanza di scarcerazione inoltrata dai difensori della donna, che ne avevano sottolineato l’instabilità mentale. “Dal nostro punto di vista la donna ha un disagio psichico. Avevamo chiesto i domiciliari in un luogo di cura perché sarebbe stata una misura alternativa adeguata, dove sarebbe stata controllata. E si sarebbe comunque ovviato al pericolo di inquinamento probatorio”. Sono le parole di Vincenzo Sparaco, avvocato difensore della ventinovenne. La difesa ha anche contattato uno psichiatra “e chiesto al carcere la cartella clinica della detenuta. Il tutto servirà a una consulenza di parte, propedeutica per valutare di chiedere al gip la modifica della misura cautelare”.

Il Tribunale del Riesame aveva respinto queste motivazioni negli scorsi giorni, perché gli inquirenti hanno ipotizzato che la piccola potrebbe essere stata ferita “sin dai primi mesi di vita”. Di conseguenza c’è un “elevatissimo pericolo” che la madre possa continuare a farle del male così come non si può “escludere che la stessa possa trasferire i propri agiti aggressivi su altre persone con le quali venga in contatto“.

Neonata torturata dalla madre, avviate le pratiche di adottabilità

Il Tribunale dei minori, intanto, conferma che la piccola, che ora ha 17 mesi, resterà in affidamento a una comunità. È stata avviata la procedura di adottabilità: “Gli assistenti sociali del Comune hanno iniziato a procedere con la valutazione del nucleo familiare allargato, attraverso i primi colloqui”, conclude l’avvocato.

Leggi anche: Alessia Pifferi aggredita in carcere dalle altre detenute, Diana Pifferi, commozione ai funerali della piccola uccisa dalla madre