I Cinque Stelle sono stanchi di mettere mano al portafogli. E continuano a farlo presente a ogni assemblea, aumentando così una tensione già alle stelle a causa dei rapporti per niente distesi con la Lega. Tante le faglie di frattura che non fanno che acuire le distanze tra lo stato maggiore e la pletora di onorevoli catapultati a Montecitorio e Palazzo Madama, come scrive Il Giornale. Tra tutte le questioni ce n’ è una, trasversale, e potenzialmente più dannosa rispetto a quelle dai connotati più ideologici o di contenuto politico.
A risvegliare le proteste, le voci di un nuovo “prelievo” dagli stipendi: 2mila euro da versare al comitato per le elezioni europee 2019 per il finanziamento della campagna elettorale. Dei precedenti l’ultimo, chiacchieratissimo tra i parlamentari, è il contributo per l’organizzazione di Italia 5 Stelle, la kermesse nazionale grillina svoltasi il 20 e 21 ottobre del 2018 al Circo Massimo di Roma. Anche in quel caso, rivela un parlamentare al Giornale, “ci hanno chiesto 2mila euro per finanziare la manifestazione, inserendoli nella quota eventi”.
Poi ci sono le spese fisse, tolte dallo stipendio ogni mese. Si tratta dei famosi e contestati “2mila e 300 euro mensili”, comprensivi di bonifico di restituzione e 300 euro da versare all’Associazione Rousseau “per il mantenimento della piattaforma”. Per quanto riguarda la Rousseau, ci si chiede poi come venga utilizzata la donazione, stando ai continui rallentamenti e problemi tecnici dell’ urna virtuale della democrazia diretta dei grillini.