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Tutti i nodi al pettine di Salvini: ecco perché ora il Capitano annaspa

Inversione a u. Forse tardiva, probabilmente tardiva. Arrivata dopo l’apertura di una crisi di governo a sorpresa, con tanto di annuncio di una mozione di sfiducia nei confronti del premier Conte. Poi, anche di fronte alla reazione stizzita degli elettori, la retromarcia: “Secondo me non c’è possibilità di continuare con il governo Conte, poi se qualcuno vuole dialogare io sono qua, sono la persona più paziente del mondo e il mio telefono è sempre acceso”. Parole, sorprendenti e un filino contraddittorie, di un Matteo Salvini decisamente nel pallone.

“Questo governo si è fermato sui troppi no – ha poi aggiunto Salvini – alla Tav, all’autonomia, alla riforma fiscale, alla riforma della giustizia. Di no l’Italia muore, un governo muore, abbiamo bisogno di si, se qualcuno dice si ragioniamo. Vedo che Renzi dice tutti insieme contro Salvini, non penso che serva un governo contro, siamo seri. O c’è un governo con ministri del si o un governo degli sconfitti non serve”.

E così mentre è ancora in corso il braccio di ferro sulla nave Open Arms, con i ministri Danilo Toninelli ed Elisabetta Trenta che non firmano il divieto di sbarco forti della protezione di Conte, Salvini pare essersi convinto della necessità di un cambio radicale di rotta: ricomporre la frattura tra M5s e Lega con un Conte bis rinnovato nella compagine ministeriale. Un rimpasto che vedrebbe la Lega riprendersi un posto di rilievo. Ma anche una mossa che lascia trapelare tutte le difficoltà di una Lega che ora si trova a fare i conti con la spericolata linea dettata dal suo leader maximo. Salvini aveva puntato tutto su un rapido ritorno al voto, e ora la prospettiva di un nuovo governo che lo relegherebbe all’opposizione a tempo indeterminato evidentemente lo ha messo in crisi, e con lui i suoi più stretti collaboratori. Si tenterà ora di ricomporre lo strappo, ma i problemi ora sono tanti. A partire dal ritrovato protagonismo del premier Conte, ora un vero e proprio antagonista del Capitano.

Non bastasse Conte, in ascesa tra le preferenze degli italiani, c’è da annotare anche lo sconcerto del Colle. Con Mattarella che attende, al momento, le eventuali dimissioni del premier. Pronto a intervenire quando la crisi passerà dai social al Parlamento.

È Conte il vero re social: la lettera anti Salvini fa boom di like