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Ucraina, Biden ha deciso: spallata finale

Il presidente Usa, Joe Biden, ha deciso di dare la spallata finale ai russi e mettere fine alla guerra in Ucraina. Mercoledì 15 marzo, il presidente ha incontrato il ministro della Difesa, Lloyd Austin, e i membri dell’amministrazione interessati. “Non c’è più tempo da perdere. Stiamo mettendo insieme le armi e i mezzi militari che consentiranno agli ucraini di riconquistare il territorio perduto”. Le dichiarazioni di Austin non lasciano spazio a dubbi. La controffensiva Usa dovrebbe partire a maggio.
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Joe Biden e la visita a sorpresa al suo omologo ucraino, Volodymyr Zelensky

Ucraina, gli Usa preparano la spallata finale ai russi

Due mesi sono il lasso di tempo necessario per completare l’addestramento all’uso delle armi e dei mezzi che gli Stati Uniti hanno fornito a Kiev. L’invio massiccio di armamenti prosegue ininterrotto dallo scorso autunno, quando il presidente Zelensky avvisò dell’imminente nuova offensiva di Mosca. In Ucraina sono confluiti centinaia di carri armati e veicoli blindati, compresi otto mezzi blindati in grado di gettare i ponti per guadare il fiume Dnipro, la linea di trincea che si è formata nel Sud Est del Paese.

Occorre anche rifinire l’addestramento dei militari all’uso dei sofisticati congegni inviati dagli Usa, dal Regno Unito e dalla Nato. Informative del Pentagono, inoltre, hanno seri motivi per ritenere che sia l’esercito regolare russo che le potenti legioni mercenarie della Wagner siano arrivati al limite e questo è il momento di colpire. L’altra faccia della medaglia è che anche il blocco occidentale potrebbe avere seri problemi a breve. L‘industria pesante non è attrezzata per le esigenze di una economia di guerra. Da tempo scarseggiano le munizioni per l’artiglieria e per i sistemi di difesa aerea. Questo giustifica la fretta di Biden e del suo generale Austin.

La versione di Mosca sulla guerra in Ucraina
Vladimir Putin

Ucraina, gli Usa pronti alla spallata. Gli scenari sulla reazione di Putin

Sembra essersi esaurita molto presto l’azione diplomatica degli Usa, tra il tentativo di agganciare il ministro degli Affari Esteri, Sergej Lavrov, e la volontà contrattare con la Cina per portare Mosca a più miti consigli. A detta dello stesso ministro Austin, Washington prova a mantenere aperti i canali di comunicazione con la Russia. Ma non è possibile prevedere la reazione di Vladimir Putin. Ieri pomeriggio, Austin ha telefonato al suo omologo russo, Sergej Shoigu, per abbassare i toni sulla questione dell’abbattimento del drone sul Mar Nero.

Sembra chiara la strategia a stelle e strisce: vincere sul campo in Ucraina, ma non allentare i rapporti diplomatici con la Russia. Alla notizia della conferenza stampa di Lloyd Austin, il ministro della Difesa ucraino, Oleksii Reznikov, ha twittato, con entusiasmo: “La riunione del gruppo di Ramstein ispira ottimismo…formeremo un pugno corazzato”.

Come prenderà tutto questo Vladimir Putin, a capo di una delle più forti e pericolose potenze nucleari al mondo?

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