Vai al contenuto

Uffici aperti, migliori di quelli tradizionali: ecco perchè

Chi ha sempre immaginato che gli uffici chiusi, individuali e personali fossero migliori di quelli aperti dovrà ricredersi. Secondo uno studio americano condotto per misurare la soddisfazione dei dipendenti durante il lavoro d’ufficio, è risultato che gli open space offrono molti più vantaggi.

É vero, senza dubbio l’ufficio personale accresce l’autocompiacimento, ma per quanto riguarda soprattutto un lavoro che ha bisogno di mansioni interpersonali, gli uffici aperti si rivelano di gran lunga migliori.

In primo luogo, chi ha vissuto entrambe le esperienze afferma che il coinvolgimento con i colleghi è molto più proficuo. Si impara di più sul lavoro degli altri, e di conseguenza si possono avere stimoli interessanti per fare meglio il proprio.

Inoltre, si riesce a capire molto più velocemente cosa sta succedendo in azienda in quanto si è fisicamente presenti durante conversazioni importanti.

Infine, anche il lato economico vuole la sua parte e spendere soldi per uffici costosi invece che per spazi in coworking avvantaggia anche la spesa aziendale.

Insieme ad altre persone si è più produttivi e collaborativi, quindi capaci di fare proposte che portino benefici a tutti.

Leggi anche: Lavorare da casa: perché è importante vestirsi bene

colleghi-difficili-lavoro

Quali sono gli svantaggi e come trovare una soluzione

Di recente gli open space in azienda hanno ricevuto commenti negativi e il trend si è in qualche modo arrestato. Ci sono infatti quelli che potrebbero essere definiti reclami contro gli uffici aperti, per vari motivi: il primo riguarda la lamentela secondo cui non ci sarebbe abbastanza spazio per il personale. A volte si tratta di un’osservazione giusta, e a volte è semplicemente un difetto di organizzazione: non si possono mettere troppe persone in uno spazio piccolo e angusto, deve funzionare per essere davvero performante.

Questo problema è spesso sentito dalle aziende che stanno crescendo rapidamente e hanno difficoltà a tenere il passo con le esigenze di assunzione. Una soluzione adeguata potrebbe essere quella di far crescere lo spazio parallelamente alla crescita dell’azienda.

Il secondo reclamo è quello che implica agli open space una mancanza di privacy. Anche questo potrebbe essere vero, ma ci vuole ingegno: se solo si dotano le diverse aeree di lavoro con semplici strumenti architettonici si garantisce un minimo di privacy senza per questo alzare dei muri.

Gli uffici aperti, se mal gestiti, sono spesso progettati da persone che dimenticano che i lavoratori hanno bisogno di ben oltre che la loro semplice postazione di lavoro: devono anche avere altri posti dove andare, ad esempio stanze del telefono, sale riunioni e spazi per tutti gli usi, anche solo per distrarsi e cambiare un po’ lo scenario.

Leggi anche: Settimana lavorativa ridotta, i risultati delle aziende che l’hanno applicata

Questioni economiche e di parità

Inoltre, come abbiamo già sottolineato, usufruire di uno spazio con stanze aperte fa risparmiare molto all’azienda, sopratutto se si tratta di una startup: i risparmi iniziali sono estremamente importanti e più che doverosi per far partire una giovane impresa.

In effetti, molte realtà hanno fatto presente che gli open space non sono l’ideale per le persone introverse o per coloro che hanno bisogno di lavorare restando concentrati, senza distrazioni esterne. Garantire dunque spazi silenziosi è necessario per tutti, magari riservandoli solo a coloro che ne hanno davvero bisogno per il tipo di mansione che svolgono.

Infine, per controbattere a chi considera gli uffici aperti come se le persone si insinuassero nel loro spazio personale, questo problema può essere risolto fornendo soluzioni anche non architettoniche come barriere temporanee, mobili, librerie e piante per fornire quel minino di privacy che garantisce un lavoro sereno.

Infine, l’open space regala una sensazione di parità con il leader: finora l’ufficio e le sue dimensioni erano sinonimo di status symbol, mentre se un leader sceglie di non creare gerarchie, si mette al pari dei suoi dipendenti e desidera lavorare con la propria squadra, senza uffici che ne attestino il ruolo di dirigenza.