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Marmolada: aperta un’indagine, forse il disastro poteva essere evitato

Prosegue la pietosa ricerca dei dispersi sulla Marmolada. Le vittime accertate della tragedia al momento sono sette. Otto i feriti, mentre i dispersi sono 13. Ma le speranze di ritrovare qualcuno ancora in vita sono praticamente ridotte a zero. La massa di ghiaccio, rocce e detriti non ha infatti lasciato scampo a nessuno secondo i soccorritori. Intanto la procura di Trento ha aperto un’indagine per cercare di accertare se la tragedia potesse essere evitata.

Marmolada

Al momento i moltissimi soccorritori accorsi sul luogo dell’incidente sulla Marmolada si sentono impotenti, visto che è quasi impossibile cercare tra i ghiacci i resti delle vittime della valanga. Troppo alto il pericolo di nuovi crolli. Per questo vengono utilizzati per le ricerche anche droni dotati di termocamere. “Difficile che ci sia qualcuno in vita. Ai cori finiti nel vortice è successo qualcosa che fa male al solo pensiero. Non era neve, ma ghiaccio tagliente”, commenta con tristezza un membro delle squadre di soccorso, Mauro Mabbioni, al Corriere della Sera.

Il gruppo di escursionisti è stato sorpreso dalla valanga mentre si trovava sul Pian dei Fiacconi, un punto della Marmolada dove spesso ci si ferma per riposarsi durante la scalata. “Ci vorrà l’esame del dna per arrivare a una identificazione di tutte le vittime”, spiegano gli inquirenti che stanno indagando sul caso. Al momento solo tre italiani hanno un nome e un cognome. Per tutti gli altri ci vorrà tempo. E probabilmente i resti di qualcuno non verranno mai ritrovati.

“La priorità è ora ricomporre i corpi dei deceduti e dare loro un nome. – dichiara il procuratore di Trento, Sandro Raimondi, che ha aperto un’indagine per disastro colposo a carico di ignoti – Poi cercheremo di capire se ci sono anche delle responsabilità umane, oltre che climatiche. Esamineremo bene i filmati che abbiamo acquisito”. Ora la procura dovrà capire se il disastro avrebbe potuto essere evitato. “Se cioè siamo nel campo dell’imprevedibilità dell’evento, che è possibile, o altro”, spiega Raimondi.

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