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Lo zio viene arrestato a Fiumicino: poliziotto ospita il bambino moldavo per Natale

Una storia che in poche ore ha fatto il giro dei social commuovendo tutti. Erano all’aeroporto di Fiumicino, avrebbero raggiunto un paesino del sud per far visita alla nonna giusto in tempo per il Natale. È la sera della Vigilia, fuori fa freddo ma loro sono già a buon punto. Un bimbo moldavo di 13 anni è con lo zio dopo lo sbarco, sono vicini con le loro valigie, quando arriva il momento di un controllo dei documenti. La verifica nel database è chiara: sull’adulto pende una condanna a sei mesi di carcere per diversi furti e il poliziotto lo arresta sul posto. Il 13enne, che ha assistito alla scena, resta solo nello scalo romano, vista anche la difficoltà di trovare una struttura temporanea di accoglienza in tempi brevi.

Dall’entusiasmo per la visita alla nonna all’incubo di dover salutare lo zio. In aeroporto scatta una gara di solidarietà tra gli uomini della polizia di frontiera, gli stessi che poco prima – come fanno ogni giorno – avevano chiesto i documenti ai due passeggeri per poi fare quella scoperta. Mancano poche ore a Natale, in aeroporto c’è chi arriva e chi se ne va. Un poliziotto, che avrebbe terminato il suo turno di lì a poco, decide di prendere per mano il ragazzino e di accoglierlo a casa sua.

Dai servizi sociali arriva l’autorizzazione e l’ok c’è anche dalla mamma del ragazzo, che si trova in Moldavia. Il 13enne ha trascorso così la serata a casa del poliziotto e della sua famiglia, ha trovato una casa calda, una famiglia, una Vigilia non del tutto perduta. Gli uomini della polizia giudiziaria, con una raccolta fondi, hanno anche acquistato alcuni doni che il minore moldavo ha trovato sotto l’albero di Natale e ha scartato con la “famiglia allargata”.

Il giorno dopo il ragazzo ha riabbracciato la sua mamma, arrivata in tutta fretta con il primo volo dalla Moldavia. Era commossa e ha ringraziato il poliziotto e gli altri agenti, i quali hanno fatto infine anche un dono al piccolo: la casacca ufficiale della Polizia italiana. Insomma, una storia che ci insegna molto e che dice anche parecchio di cosa vuol dire fare per bene e con dedizione il proprio lavoro. A raccontare la storia è stato il Corriere.

 

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