In arrivo il nuovo album di Biagio Antonacci. Che si confessa in un’intervista al Corriere, soffermandosi in particolare sui suoi più grandi amici, Laura Pausini ed Eros Ramazzotti, ma anche sul suo rimpianto più grande. Il cantautore ha esordito nel 1988 in apertura dei concerti per gli Stadio, ha scritto canzoni per Mina, per poi esplodere nel 1992 con “Liberatemi”. “Provo ancora sensi di colpa per aver lasciato Marianna (figlia di Gianni Morandi, ndr) e i nostri figli”. Dal 2004, Antonacci è legato a Paola Cardinale, ex conduttrice televisiva, da cui ha avuto Carlo, il suo terzogenito.
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Presto il nuovo album di Biagio Antonacci, l’intervista sulla sua carriera
Sono passati trent’anni dalla sua esplosione come cantautore, presto fuori con il nuovo album, Biagio Antonacci. Il suo nuovo lavoro è preceduto dai singoli “Ti saprò aspettare”, “Seria” e “Telenovela”. Nell’intervista concessa al Corriere della Sera, Antonacci ripercorre le tappe della sua più che trentennale carriera. Da quando faceva il geometra per un milione al mese, figlio di papà pugliese e mamma lombarda. Viveva a Rozzano e svolgeva il servizio militare a Garlasco. Cittadina dove, seppe, viveva il suo idolo Ron. A suo dire, Antonacci fece da stolker al povero cantautore, che alla fine gli concesse un provino, decidendo poi di presentarlo al leader degli Stadio, Gaetano Curreri. Era il 1988 e la storica band italiana scelse lui per aprire i concerti.
Nel 1992 conosce e sposa Marianna Morandi, figlia di Gianni, con la quale ha due figli. Nello stesso anno esce l’album che lo lancia: “Liberatemi”. Prima ancora aveva scritto per Mina, Milva, Raffaella Carrà, Mia Martini e molti altri. “Il successo – dice – mi ha dato alla testa. Pensavo di essere il migliore in assoluto”. “Quando la gente ti ferma per strada, quando le ragazze piangono al solo vederti, diventa tutto assurdo. Per tre o quattro anni ho faticato a contenere l’ego, ho avuto la tentazione di pensare di esser il migliore. Mi ero montato la testa, ero stronzo con me stesso, mi sentivo superiore, sentivo che qualcuno dovesse restituirmi quello che non avevo avuto durante la gavetta, ma era una grande cazzata. Poi con la paternità e la famiglia, torni a camminare con i piedi per terra”.