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Cospito, si riapre il processo: “Sono stato usato”

Si riapre il processo ad Alfredo Cospito. È in corso l’udienza decisiva per Alfredo Cospito, l’anarchico accusato dell’attentato alla caserma dei Carabinieri di Fossano, in provincia di Cuneo, nel 2006. La Corte d’Assise d’Appello, presieduta dalla giudice Alessandra Bassi, e una nuova giuria popolare, si esprimeranno sul reato di strage politica contestato. La questione centrale riguarda l’applicazione dell’ergastolo ostativo, dopo che la Corte Costituzionale ha autorizzato la possibilità di considerare l’attenuante della lieve entità per l’anarchico. Una pratica solitamente vietata per questo tipo di reato che prevede una pena fissa. “Sono stato usato per attaccare le opposizioni”, ha detto Cospito in una dichiarazione spontanea.
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Alfredo Cospito

Processo ad Alfredo Cospito: “Usato per attaccare le opposizioni”

Oggi è attesa la sentenza per il processo ad Alfredo Cospito. Si contesta a Cospito anche la recidiva reiterata. Anna Beniamino, compagna di colui che si definisce anarchico, è imputata. La procura chiede per lei 27 anni di carcere. Dopo il lungo periodo di fermo dovuto all’intervento della Consulta, il processo riprende con nuovi giudici che ascolteranno una nuova discussione delle parti, come riportato dall’edizione torinese de La Repubblica.

Durante i mesi scorsi, dal 20 ottobre 2022 al 19 aprile 2023, Cospito ha intrapreso uno sciopero della fame durissimo, protratto per 182 giorni, per protestare contro l’applicazione del regime carcerario 41bis e l’ergastolo ostativo. Lo sciopero è terminato proprio con la decisione della Corte Costituzionale che ha dichiarato illegittimo il divieto per il giudice di considerare eventuali circostanze attenuanti. Come ricorda l’avvocato di Cospito, Flavio Rossi Albertini, in aula si parla di “strage”, ma nell’attentato del 2 giugno 2006 gli ordigni piazzati non hanno causato vittime. Secondo l’accusa, ciò è avvenuto solo perché i Carabinieri hanno scambiato il rumore della prima esplosione per un incidente stradale e sono rimasti in caserma.

Durante l’udienza, l’anarchico ha preso la parola tramite videocollegamento dal carcere di Sassari. Ha affermato che la sua vicenda è stata strumentalizzata dal governo: “come una clava per colpire l’opposizione”, esprimendo queste parole durante una lunga dichiarazione spontanea al riprendere del processo.

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