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Strage di Corinaldo, Fedez in tribunale: la sua testimonianza fa discutere

Via vai di vip nel tribunale di Ancona durante il processo per la strage di Corinaldo. Nella discoteca Lanterna Azzurra morirono sei persone (cinque minorenni e una donna), rimaste schiacciate dalla calca dopo che una banda di ladri presenti nel locale aveva spruzzato una sostanza urticante provocando il panico. Di fronte al giudice Francesca Pizzi si sono presentati in qualità di testimoni i rapper Sfera Ebbasta e Fedez. Ma sono le dichiarazioni di quest’ultimo a far discutere.
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Fedez Corinaldo tribunale Ancona
Fedez in tribunale

Fedez in tribunale ad Ancona

Il pm Paolo Gubinelli chiede a Fedez di riferire al giudice del tribunale di Ancona sull’affollamento della discoteca di Corinaldo. Il rapper spiega che “se abbiamo un locale con un certo tipo di capacità e l’artista viene venduto ad un certo prezzo, per esempio se lo vendono a 30/20 mila euro per un locale che contiene 500 persone, chi sta gestendo la data è consapevole che il titolare deve stra riempire il locale. Non dico prevedere una tragedia, ma problemi di qualche tipo. Almeno uno svenimento ci sarebbe stato”.

Testimone della strage di Corinaldo

In un’intervista televisiva Fedez aveva parlato di “scenario peggiore” verificatosi nella discoteca Lanterna Azzurra di Corinaldo. In tribunale ad Ancona conferma le sue dichiarazioni durante la sua testimonianza durata meno di un’ora. “Cachet alto, spesa bassa per i biglietti (20 euro, ndr) e capienza limitata (500 posti, ndr). – ribadisce – Se non ho un ricordo specifico, penso di essere abbastanza tranquillo nell’asserire che fosse stata una data tranquilla, perché ho avuto esperienze di date gestite male e quella della Lanterna non rientra tra quelle critiche”.

Fedez sottolinea anche che nel corso della sua carriera “non siano mai verificate situazioni in cui veniva spruzzato spray al peperoncino. Faccio una mia piccola valutazione, perché credo che questo sia collegato ad una certa tipologia di artisti e a una certa tipologia temporale. Tanto tempo fa non c’era la moda dello spray al peperoncino e quando esplose questa malsana usanza, comunque sia, in nessun tipo di mio concerto si è verificata, ma vedevo che altre tipologie di artisti venivano coinvolti”, conclude così la sua testimonianza al processo per la strage di Corinaldo.
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