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Google blocca le pubblicità sulle criptovalute

Guerra dichiarata alle criptovalute, non solo dai social network come Facebook. Adesso anche Google dice basta alle pubblicità inerenti al mondo delle monete digitali. La notizia è di pochi giorni fa e arriva tramite un annuncio ufficiale dell’azienda di Mountain View. Lo stop entrerà in vigore dal prossimo giugno.

Non a caso Bitcoin & Co. hanno reagito negativamente alla notizia, registrando un crollo di valore sulle quotazioni in borsa. La decisione è stata presa con cognizione e fermezza, soprattutto dopo l’ultimo report sulla sicurezza delle inserzioni, le definite “bad ads”, che presentano annunci pericolosi o truffaldini. Già prima dei dati, gli inserzionisti lamentavano un numero spropositato di pubblicità sulle criptovalute, inoltre il report ha esplicitato che Google ha eliminato definitivamente oltre 3,2 miliardi di pubblicità lo scorso anno perché violava le sue regole.
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Dalla nota ufficiale si legge che Google tiene a: “Migliorare l’esperienza pubblicitaria sul web rimuovendo annunci pericolosi e intrusivi continuerà a essere una nostra priorità”. Infatti per fare pubblicità è necessario “possedere una licenza rilasciata dalle autorità finanziarie dei Paesi cui la campagna si rivolge.

Anche Scott Spencer, direttore per le divisioni Product Management e Sustainable Ads di Google ci ha tenuto a precisare che. “Non abbiamo la sfera di cristallo nel sapere dove il futuro sta andando con le criptovalute, ma abbiamo visto danni a sufficienza per i consumatori o danni potenziali per i consumatori”.

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Le criptovalute saranno un affare per molti, ma il mondo sociale e il web continuano a guardarle con sospetto. Non sono pochi coloro che al contrario si aspettano lo scoppio di una bolla imminente, additando le monete digitali come estremamente volatili e vulnerabili.

Dopo Facebook, che aveva già applicato le restrizioni sulla pubblicità di criptovalute lo scorso gennaio, è adesso il turno di Google sul quale saranno vietati tutti gli annunci inerenti ad ICO, le piattaforme exchange e quelle che si occupano di consulenza per vendere e comprare monete digitali. Il rischio si trovava infatti in moltissime offerte considerate ingannevoli, che promettevano guadagni stellari grazie ad investimenti in criptovalute.

Ma le monete digitali non sono le sole ad essere state prese di mira dal divieto: tutti i prodotti ad alto rischio pubblicità come le opzioni binarie.

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