Vai al contenuto

Litecoin: la moneta del futuro che attira gli investitori

Nel variegato universo delle criptovalute, che sono ormai arrivate a poco meno di 400, un posto di assoluto rilievo spetta al Litecoin, moneta virtuale nata nel 2011 e capace di dare vita ad una crescita esponenziale nel corso degli ultimi mesi, sull’onda del consenso riscosso da parte di un gran numero di investitori.
Per capire il gradimento dei mercati, basterà ricordare che mentre il Bitcoin è cresciuto nell’ordine del 2900% nel corso di un anno, la criptovaluta creata da Charlie Lee, un laureato del Massachusetts Institute of Technology e già impiegato presso Google, ha dato vita ad un rally prolungato ancora più proficuo, con un ROI (Return of Investment) del 3400%.

Le differenze tra Litecoin e Bitcoin

Come abbiamo già ricordato, Litecoin è una creatura nata dalla fervida mente di Charlie Lee, il quale ha naturalmente preso come modello il Bitcoin nella fase progettuale. Il fondatore, pur essendo un vero e proprio fan della prima moneta digitale creata da Satoshi Nakamoto, ha però deciso di andare oltre alcuni limiti messi in evidenza dalla stessa.
La nascita di questa nuova divisa virtuale risale al 2011 e, naturalmente, anch’essa è nata alla stregua di un sistema del tutto decentralizzato, ovvero in grado di sfuggire ad ogni tipo di controllo da parte di enti governativi o autorità centrali. La sua produzione deriva dal mining, ovvero dall’attività di estrazione dei miners, seguendo in questo il Bitcoin.
Ciò che però segna un importante punto di diversità rispetto alla più famosa consorella, è proprio la velocità del mining, tale da riflettersi in maniera benefica sulla scalabilità del sistema, ovvero sulla rapidità delle transazioni che vedono protagoniste le due divise: se nel caso del Bitcoin occorrono oltre due minuti, al Litecoin bastano una decina di secondi per concludere l’iter procedurale.
Leggi anche: Nuove criptovalute in arrivo 2018: le alternative ai bitcoin

Litecoin: le polemiche

Recentemente, ha destato una certa sensazione la notizia secondo la quale Charlie Lee avrebbe venduto tutti i Litecoin di cui era in possesso. Una mossa estremamente sorprendente, considerata alla stregua di una dichiarazione di sfiducia verso il suo stesso progetto da parte di analisti e addetti ai lavori.
E’ stato lo stesso Lee a spiegare il motivo della sua mossa, ovvero il conflitto di interessi creato dal fatto che ogni sua dichiarazione comparsa sulla pagina di Twitter da lui gestita era in grado di provocare una forte fluttuazione della sua creatura, spingendo alcuni ad accusarlo di dosare ogni tweet con l’evidente scopo di trarne un vantaggio personale.

Il problema delle criptovalute 

Il tema posto dalla vendite dei Litecoin da parte del suo fondatore è di non poco conto. In effetti proprio la volatilità eccessiva delle criptovalute sta provocando non pochi fastidi ad alcuni governi, in particolare quello cinese, preoccupati che alla fine possa venirsi a formare una bolla speculativa simile a quella che caratterizzò i mutui Subprime negli Stati Uniti.
Proprio per cercare di prevenire un eventuale crollo del mercato, che potrebbe avere conseguenze analoghe a quelle del 2008, facendo ripiombare le economie più evolute in piena recessione, Pechino ha deciso di dare una forte stretta, colpendo alcuni exchange e limitando servizi legati alle divise digitali.
Il tutto mentre anche il governo francese ha deciso a sua volta di mettersi alla testa di un movimento teso a regolamentare in maniera più stringente il comparto. Resta da vedere se sarà possibile farlo considerato il fatto che le criptovalute non sono poste sotto l’autorità di un ente centrale.
Leggi anche: Le migliori criptovalute 2018 su cui investire
verita-sui-bitcoin-3