Le dichiarazioni di Luca Barbareschi fanno discutere. L’attore e regista 66enne sta finendo di girare il film The penitent nello scenario romano di Villa Torlonia. Ed è qui che rilascia una lunga intervista a Repubblica. Ma i suoi giudizi su differenze di genere, diritti della comunità lgbt, omosessualità e attrici che denunciano di aver subito molestie solo per farsi pubblicità stanno creando un polverone mediatico.
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Il personaggio dell’ultimo film di Luca Barbareschi è ispirato alla storia di una figura controversa come quella dello psicologo canadese Jordan Peterson. Lui lo definisce “un genio che è stato attaccato ferocemente perché si rifiuta di dire che c’è un terzo sesso. Io trovo che abbia ragione: è un medico e non può prescindere dal fatto che i cromosomi sono quelli. Poi io posso vestirmi da donna, mettere i tacchi, posso riconoscere il ruolo di trans e Lgbt, ma non farmi dire che c’è un terzo sesso. Io sono stato omosessuale nella mia vita, forse ho trovato un adattamento alle mie problematiche”.

Luca Barbareschi si scaglia anche contro “l’ondata di finto moralismo che distrugge l’America. Quella che io sognavo, i miei figli hanno la green card, non c’è più: si sono incastrati in qualcosa in cui non usciranno facilmente. Nei prossimi anni succederà anche in Europa. I miei figli cresciuti nelle università americane non hanno più senso dell’umorismo. Se dico ‘guarda che mignottone’ rispondono ‘no, papà, è una ragazza che soffre’. Mi contesta soprattutto quella di 12 anni, che è andata alle scuole francesi, politicamente corretta. Io mi incazzo ma manteniamo il senso dell’umorismo”.
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