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Mistero su Prigozhin: che fine ha fatto dopo il tentato golpe?

Prigozhin è scomparso. Dal momento della fine del tentato golpe non si hanno più sue notizie. Dopo le perquisizioni in un hotel del suo quartier generale, a San Pietroburgo, sono stati ritrovati milioni di rubli, equivalenti a 43 milioni di euro. Secondo fonti della Wagner, erano banconote destinati a pagare le truppe di mercenari. La negoziazione di Lukashenko, presidente bielorusso, avrebbe portato a un salvacondotto per il comandante. Che ora si troverebbe in viaggio per raggiungere il premier in una località segreta. Si nutrono dubbi sulle sue sorti, visti i precedenti degli oppositori allo strapotere di Putin. La novità di questi ultimi minuti è che Prigohin sarebbe stato avvistato al Green City Hotel di Minsk. Lo riportano canali Telegram russi e il Kyiv Post, che cita media bielorussi. Ma la notizia è ancora da confermare ufficialmente.
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Evgheny Prigozhin

Non si hanno più notizie del capo della Wagner: Prigozhin è scomparso?

Nessuno sa se Prigozhin è scomparso. Non si hanno più notizie dal momento della fine delle ostilità con l’esercito regolare russo. La sorte di Yevgeny Prigozhin è avvolta nel mistero dopo il presunto golpe della Wagner, che si è fermato a 200 km da Mosca e dal presidente russo Vladimir Putin. Fonti vicine al Cremlino, secondo Meduza, concordano sul fatto che Prigozhin “è stato espulso dalla Russia. Il presidente non lo perdona”. Durante una perquisizione a San Pietroburgo, ritenuta l’ufficio del capo della Wagner, sono stati trovati circa 44 milioni di euro in contanti. Gli Stati Uniti sottolineano le evidenti “crepe nel sistema di potere russo”, mentre la Cina ribadisce il suo sostegno a Mosca “nel mantenimento della stabilità nazionale”.
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Secondo il Cremlino, Prigozhin avrebbe dovuto raggiungere la Bielorussia dopo il dietrofront. Non è chiaro dove si trovi attualmente dopo aver salutato i cittadini di Rostov nella serata del 24 giugno. Ai media che hanno cercato di contattarlo dalla Russia, è arrivata una risposta interlocutoria dall’ufficio stampa: “Manda i saluti a tutti e risponderà alle domande quando comunicherà normalmente”. Le fonti vicine al Cremlino e al governo russo concordano sul fatto che Prigozhin “è stato espulso dalla Russia. Il presidente non lo perdona”.

Il possibile ruolo di Prigozhin in Bielorussia

Il presidente della Lituania, Gitanas Nauseda, ha affermato di non avere al momento informazioni per stabilire se il capo della Wagner sia già in Bielorussia. E ha annunciato che la Lituania aumenterà le risorse di intelligence per valutare “aspetti politici e di sicurezza” nella nazione confinante. Nauseda ha chiesto un rafforzamento del fianco orientale della Nato dopo la rivolta armata delle unità della milizia Wagner. Sottolineando che, in base all’accordo mediato dalla Bielorussia, Prigozhin dovrebbe andare in esilio nel paese confinante con la Lituania.

Le notizie speculari non trovano conferme, ma ipotesi. Prigozhin potrebbe supportare l’uomo di Putin al potere in Bielorussia. O magari sostituirlo. Una specie di nuova missione per l’ex cuoco del presidente russo. Ma queste ipotesi sono molto vaghe e non trovano conferme.

Le perquisizioni a San Pietroburgo

Sono state rinvenute cinquemila banconote, per un valore di circa quattro miliardi di rubli (43 milioni di euro) all’interno di scatole vicino al rifugio del fondatore e leader del gruppo a San Pietroburgo. Vicino all’ufficio sono stati trovati anche cinque chili di lingotti d’oro, sei pistole in pacchi e cinque mattonelle di polvere bianca. Secondo i media russi, il denaro sarebbe stato utilizzato per le spese dell’organizzazione di mercenari.

Sono stati anche trovati documenti, inclusi passaporti a nome di Prigozhin con gli stessi dati anagrafici, ma con la fotografia di un altro uomo. Si tratta di un sosia di Prigozhin, che nel 2021 ha viaggiato per l’Europa, secondo Fontanka.

La reazione di Putin alle azioni di Prigozhin

Durante la rivolta, Prigozhin ha cercato di contattare Vladimir Putin, ma il presidente russo ha rifiutato e non ha partecipato ai negoziati, condotti principalmente dal presidente bielorusso Aleksandr Lukashenko. L’accordo che ha posto fine alla rivolta dei mercenari ha portato all’espulsione di Prigozhin dalla Russia. Secondo una fonte vicina al Cremlino citata da Meduza, “la dirigenza militare, i membri dell’amministrazione presidenziale, la dirigenza della Rosgvardia e i funzionari vicini a lui hanno cercato di comunicare con lui (Prigozhin). Ma non è chiaro di cosa volesse parlare, date le sue azioni”.

Allo stesso tempo, fonti vicine al Cremlino, secondo Meduza, riferiscono che Prigozhin ha cercato di contattare il Cremlino nella metà della giornata del 24 giugno. Il leader dei mercenari avrebbe anche “provato a chiamare Putin, ma il presidente non ha voluto parlargli”. Le sorti del mercenario, dunque, non sono definite.

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