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Nata prematura e lasciata morire, arriva la sentenza

Una bambina nata prematura è stata lasciata morire di stenti e abbandonata per sei giorni a Burgos, in provincia di Sassari. È la storia straziante della piccola Giulia, nata prematura entro la 34esima settimana di gravidanza. La madre, di 29 anni, non si era mai neanche sottoposta a una visita ginecologica durante tutto il periodo della gestazione. La madre, la sorella e i loro genitori sono stati denunciati dai nonni. Alla conclusione delle indagini, i quattro dovranno sottoporsi a giudizio con l’accusa di abbandono di minore e conseguente morte.
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La piccola Giulia, nata prematura e lasciata morire di stenti

Nata circa un mese e mezzo prima della naturale conclusione della gravidanza, la piccola Giulia non ha avuto alcuna speranza. La madre, 29 anni, è Maria Giovanna Piredda. Non si conoscono i dettagli della vicenda, ma la giovane donna non ha mai voluto sottoporsi a un controllo medico durante tutta la gestazione. Piredda vive insieme alla sorella, Rosa, e ai genitori, Maria Giuseppa Urrazza e Francesco Piredda. Tutti sono imputati per abbandono di minore. Le indagini, appena concluse, sono state avviate dopo la denuncia dei nonni.

I nonni si sono accorti delle condizioni della piccola sei giorni dopo il parto. Hanno avvisato subito i soccorsi, ma proprio allora la bimba si è spenta. I fatti risalgono allo scorso giugno 2022, ma le indagini si sono appena concluse. Queste vertevano sull’ipotesi che sottoporsi a terapie durante la gravidanza avrebbe aiutato la bambina a sopravvivere. Il parto è stato effettuato senza l’aiuto di personale medico, in casa. I parenti hanno assistito la madre, le hanno tagliato e curato il cordone ombelicale, mentre non hanno fatto lo stesso con Giulia. La bambina è stata lasciata nelle stesse condizioni in cui è nata. L’autopsia ha chiarito che la morte è sopraggiunta a causa di uno stress respiratorio, con ulcere e infiammazioni all’ombelico, dove non erano state curate le ferite.

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